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Il sindaco della Spezia si era candidato per un ruolo di regia
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Gianfranco Bianchi, presidente della Camera di Commercio. Sulle scelte che La Spezia deve fare sul turismo si è aperto un dibattito. Il sindaco Federici, sollecitato dal presidente di Confindustria Bucchioni, si candida ad occuparsi del settore con un ruolo di coordinamento a livello provinciale. Lei cosa ne pensa?

Ho l’idea che parte da un principio: porto, crociere e turismo sono le uniche tre voci che hanno un segno positivo. Non ce l’hanno a caso. C’è lavoro dietro a questi settori, premiato anno dopo anno. Non c’è un problema turismo. C’è un problema di coordinamento e di competenze. C’è una giunta regionale che si sta per insediare. La riforma fatta dalla precedente giunta con i sistemi turistici locali è stato un flop. Ora aspettiamo che si insedi la nuova giunta, è inutile un assalto alla diligenza, anche per rispetto delle istituzioni.

Però il potenziale non è ancora del tutto sfruttato…

Il turismo non è ammalato. Va pilotato. Siamo di fronte a una crescita, che va controllata. Dobbiamo puntare sulla qualità e non sulla quantità. Sono d’accordo con il presidente del Parco delle 5 Terre che parla di controllo della regolamentazione dei flussi e di dare una qualità a medio termine del turismo. Noi abbiamo bisogno di turismo non mordi e fuggi come è oggi. Abbiamo crescita sugli arrivi, ma diminuzione sui giorni di permanenza. Vuol dire che non siamo abbastanza attrattivi per trattenere i turisti. Dobbiamo lavorare sull’allungamento delle presenze e sulla destagionalizzazione, sempre puntando sulla qualità. I consorzi ci sono, la camera di commercio opera bene, il Parco opera bene, i privati operano bene. Bisogna che ognuno faccia il proprio lavoro: le istituzioni che si occupino di infrastrutture e di regole, i privati di promozione.

Ci sono poi le crociere. E’ la strada da percorrere? La città è pronta?

Bisogna fare chiarezza. E’ vero che il settore delle crociere è in forte crescita e ringraziamo chi se ne occupa dall’Autorità Portuale in poi. Ma non dobbiamo associare per forza questo fenomeno alla crescita dei consumi in città. L’appeal di una città come la nostra è fortissimo. Sfido chiunque a trovare un’altra città che fa da scalo di crociere del nostro livello. Quando il crocierista sbarca ha una passeggiata splendida, ha un museo navale tra i più importanti d’Europa, luoghi straordinari come le 5 Terre, Lerici, Portovenere, Bocca di Magra, Fiumaretta, la Val di Vara e via dicendo.

Ma il mondo del commercio riesce a essere accogliente? Molti dicono: alla Spezia i negozi sono chiusi quando sbarcano i crocieristi…

Non capisco invece questo accanimento sul mondo del commercio che è stato martoriato sia a livello di programmazione, sia a livello fiscale. Non si può pensare che il commercio si comporti come un negozio di stato. Il commercio ha ragioni di impresa e bilanci da seguire, e il commerciante sa benissimo quando conviene stare aperti e quanto costa alzare la saracinesca. Il commercio si adeguerà alle esigenze di questo flusso, quando i crocieristi risponderanno. Diverso è il discorso degli esercizi pubblici. E’ giusto che ci sia almeno una turnazione fra loro.

Insomma questo ruolo di regia chi lo deve svolgere?

Noi abbiamo un ventaglio di offerte straordinario. La gente ha l’imbarazzo della scelta. Non c’è solo il centro storico. La regia la fa il mercato. E’ difficile andargli dietro, bisogna lasciare il tempo a ogni attore di questo processo affinché capisca come ci si deve comportare.

Il comune della Spezia sta facendo abbastanza, per esempio in tema di decoro urbano?

Serve di più. Sul tema della pulizia, del ritiro dei cassonetti. La qualità è anche questo. Accoglienza non è solo come ti accoglie il commerciante. E’ anche l’accoglienza delle città e delle infrastrutture. Lì siamo molto carenti, a cominciare dalle stazioni ferroviarie che niente hanno a che vedere con le stazioni di cittadine turistiche. Quanto alla regia, sia chiaro, io sono contrario all’uomo solo al comando”.