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Paita riconosce la vittoria del consigliere di Berlusconi
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Pd verso il 5-2, con la sconfitta in Liguria e Veneto. Sono questi gli elementi che emergono dalle elezioni regionali del 31 maggio. Ma ad uscire più forte dal voto è anche Beppe Grillo, mentre in Veneto la Lega Nord conferma la sua forza doppiando Fi.

Se per il Pd non si può parlare certo di trionfo e nel centrodestra si registra invece l'annunciato boom della Lega Nord che in Toscana e nelle Marche si piazza al secondo posto, doppiando, nel computo delle preferenze ai partiti, Forza Italia. Azzurri che, in Puglia pagano la guerra tra i vertici del partito e i ribelli guidati da Raffaelle Fitto che riesce, stando alle prime proiezioni, a piazzare il suo candidato Francesco Schittulli avanti alla candidata azzurra Adriana Poli Bortone.

Ma è la Liguria la vera sorpresa delle Regionali di questa primavera. Il risultato premia il consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti che stacca la candidata Pd Raffaella Paita con la pentastellata Alice Salvatore terza e Luca Pastorino, candidato della sinistra, quarto. Con il Pd che, come lo stesso premier Renzi aveva avvertito nei suoi comizi, paga la prima vera scissione a sinistra in atto nei Dem. "Io mi assumo le mie responsabilità ma il dato eclatante è che senza l'operazione di Pastorino avremmo vinto senza problemi", ha aggiunto Paita, che ha riconosciuto la vittoria di Giovanni Toti.

Annunciate le vittorie Dem in Toscana, Marche e Puglia mentre in Campania Vincenzo De Luca, dato in testa a oltre il 42% e con il presidente uscente Stefano Caldoro a 7 punti di distanza, si avvia a 'sconfiggere' anche gli effetti della 'black list' stilata dalla presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi e ultimo pomo della discordia all'interno del Pd.

Chissà se, invece, la lista di Bindi non abbia avuto un qualche effetto sulla solidità con cui il M5S esce da questa tornata e sulla scarsa affluenza alle urne che registra, stando ai dati giunti finora, una percentuale di poco superiore al 53% tra i votanti, undici punti in meno rispetto all'affluenza della tornata precedente. E, assieme alle prime proiezioni arrivano i commenti dei 'big'.

"Siamo uno spauracchio per tante mummie", gioisce il leader della Lega Matteo Salvini mentre dal Nazareno, il presidente del Pd Matteo Orfini mostra prudenza e, se da un lato sottolinea la vittoria in Campania, dall'altro ricorda le parole del premier: "non c'è alcun rapporto tra il voto e il governo e non è un giudizio degli elettori sul governo".