Non fosse bastata la rogna delle pensioni, ecco una nuova bordata arrivare sui conti pubblici italiani. La Commissione europea, infatti, dice 'no' all'estensione del meccanismo di 'reverse charge' alla grande distribuzione. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni, costata 2,2 miliardi che hanno bruciato il 'tesoretto' emerso dal Def, per il bilancio si apre un nuovo 'buco' di oltre 700 milioni (728, per la precisione). La Legge di Stabilità prevede che scatti in automatico una clausola di salvaguardia che aumenta l'accisa su benzina e gasolio a partire dal primo luglio. Ma dal Tesoro rassicurano che "c'è il fermo impegno del Governo" ad evitare il rincaro. Soddisfatta la Confindustria, che contro la misura aveva presentato un ricorso all'Ue. Resta invece ancora sotto esame il meccanismo dello 'split payment' - che dovrebbe assicurare oltre 900 milioni di euro di entrate - ma vi sono buone possibilità di un via libera.
Secondo la Commissione, la 'reverse charge' alla grande distribuzione "non è in linea con l'articolo 395 della direttiva sull'Iva". Inoltre, "non c'è prova sufficiente che la misura richiesta contribuisca a combattere le frodi. Ed è inoltre dell'opinione che tale misura implicherebbe elevati rischi di spostamento delle frodi al settore del commercio al dettaglio e ad altri Stati". In realtà a pronunciarsi definitivamente dovrà essere il Consiglio Ue, che è praticamente scontato che segua il parere della Commissione.
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"Reverse charge": l'Ue boccia l'Italia, nei conti buco da 728 milioni
Ora si rischia il rincaro dei carburanti
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