Al processo per l'alluvione che costò la vita, a Genova, il 4 novembre 2011 a 6 persone, la relazione del consulente che assiste due imputati, Pierpaolo Cha e l'ex assessore comunale Francesco Scidone, tira in ballo l'allora commissario straordinario per l'emergenza e Presidente della Regione Claudio Burlando.Secondo Marco Mancini, Professore del Politecnico di Milano, infatti, l'ondata di fango e detriti venuta dal Fereggiano fu causata anche dai lavori effettuati a monte, lavori fatti effettuare proprio da Burlando.
Per Mancini, quei lavori fatti solo a monte avrebbero aumentato la velocità e la portata d'acqua del Fereggiano senza però avere aumentato la capacità di portata a valle. L'acqua si sarebbe così trovata una sorta di tappo proprio alla fine del torrente.
"Quei lavori - ha detto il consulente - furono realizzati con uno stanziamento nazionale della Protezione civile per la messa in sicurezza dei rivi Fereggiano e Sturla. Ma senza la seconda parte dei lavori, sul Fereggiano la situazione è stata peggiorata".
In questa maniera, secondo i legali Giancarlo Bonifai e Andrea Testasecca, dopo le interviste di Burlando che dichiarava la messa in sicurezza della zona, è diminuita la percezione del rischio.
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