politica

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1 Come farete a mantenere sotto controllo i conti della sanità?

Il costo pro capite della sanità ligure è superiore di 800 euro/anno a quello delle regioni più efficienti (fonte: CGIA Mestre), che sono peraltro anche quelle coi migliori servizi. Questo differenziale pro capite vale per la Ligura 1,2 miliardi all’anno, cioè un terzo del bilancio della sanità, che a sua volta è più dell’80% del bilancio regionale. Saremo anche una regione di anziani, ma non di fessi. C’è un margine di recupero di efficienza dell’ordine del 30%. È quindi giusto e doveroso porre obiettivi annuali di riduzione di costo, anche per ridurre i ticket.

2 Come risparmierete? Taglierete alcuni costi? Per esempio alcune piccole strutture?

Taglieremo i costi amministrativi, per esempio riducendo le ASL a una. Cercheremo di migliorare il servizio spendendo meno, con diverse misure. Per esempio, circa le diverse strutture sanitarie, non è importante ridurre il numero complessivo, quanto articolarle e specializzarle su tre livelli: (a) strutture e servizi di base diffusi capillarmente, anche grazie al coinvolgimento dei medici di base opportunamente organizzati; (b) aumento dell’offerta per lungodegenti, cronici, riabilitazioni; (c) pochi centri per specializzazioni ed emergenze (pronto soccorso), ma più accessibili di adesso grazie all’elisoccorso oggi inesistente (in Liguria le autostrade non hanno quasi mai corsie di emergenza, e non serve a nulla avere un pronto soccorso ogni 30 km se ci vogliono due ore per raggiungerlo). Ciascuna struttura deve poi essere resa più efficiente dal punto di vista dei costi di gestione.

3 Che cosa volete fare per frenare le fughe di pazienti in altre regioni?

Le fughe derivano in gran parte dai molto maggiori tempi di attesa. Che a loro volta sono dati più da un inefficientissimo sistema di gestione delle prenotazioni e in generale delle prestazioni sanitarie, che da reali carenze di offerta, tanto meno qualitative. La chiave della risposta è dunque l’informatizzazione dell’intero sistema, che porterebbe diversi vantaggi: uno è quello del taglio (al limite dell’azzeramento) delle liste d’attesa, gestite molto più celermente, in remoto, e da tutti i centri del sistema sanitario collegati in rete. Stop alle code, stop alle fughe (e ai maggiori costi per i contribuenti liguri).

4 Come eliminerete le liste d'attesa?

Come detto, l’informatizzazione può azzerare l’attesa, o meglio ridurla a quella strettamente dovuta alle carenze di offerta (di posti letto e di macchinari) che però non sono il vero problema, già oggi non lavorano a pieno regime. Quindi ci aspettiamo abbattimenti impressionanti, ben superiori al 50% promesso da altri. Per inciso non trovo serio scrivere sui bus “le abbatteremo del 50%” da parte della forza politica che ha gestito la sanità ligure negli ultimi dieci anni, e ha aggravato il problema invece di risolverlo. Ma confido che sia una “sparata” a fin di bene.

Vorrei invece sottolineare che un effetto collaterale del progetto “sanità in rete” è la “cartella telematica del paziente” grazie alla quale il paziente stesso e tutte le strutture che oggi o domani lo hanno o avranno in cura sono perfettamente aggiornate sulla sua storia clinica. Oggi, quando cambiamo medico o ci presentiamo in ospedale, ci sentiamo chiedere di raccontare quello che ci ricordiamo. E regolarmente vengono disposte ripetizioni di analisi che potrebbero essere evitate, con grande risparmio di costi e di disagi per il paziente.

5 Come risolverete il problema dell'intasamento dei pronto soccorso genovesi?

Le strutture di base diffuse capillarmente devono filtrare la domanda, coinvolgendo medici di base a turno per assicurare un’apertura molto ampia o anche H24. Ma ancora una volta è solo grazie alla “sanità in rete” che essi potranno davvero alleggerire i pronto soccorso, indirizzando direttamente il paziente urgente alla struttura di analisi disponibile nei tempi più rapidi. Altrimenti è solo un passaggio in più. Facciamo il caso che io cada in bici e mi disintegri una caviglia. Vado nel servizio di base dove un medico mi dice “secondo me è tutto ok, ma per sicurezza fai subito una radiografia”. Subito?!? E dove vado? Al pronto soccorso. E siamo daccapo.

6 Come sistemerete la rete ospedaliera genovese e ligure? Quanti e quali ospedali?

È la specializzazione di una struttura che dovrebbe determinare quanto sia estesa la sua “area di servizio”. Poche strutture altamente specializzate, molte strutture di base. E soprattutto ospedali nuovi (dove è possibile, monoblocco) per aumentare la qualità della degenza e ridurre i costi di gestione. Quindi investimenti: a Genova, nuovo Galliera e ospedale del Ponente, alla Spezia il nuovo Felettino, nel Ponente un nuovo ospedale. Ci sono poi alcuni centri di eccellenza, che non devono essere mortificati come vergognosamente si è fatto con l’IST, e che vanno invece incentivati sulla base dei risultati della ricerca (rigorosamente misurabili secondo standard internazionali) e delle loro prestazioni nell’ambito del servizio sanitario regionale.

7 Un problema è relativo al rapporto tra servizio sanitario pubblico e sanità privata. In Lombardia, Toscana ed Emilia convivono tutti e due e benissimo. La sanità privata interviene in regime di convenzione laddove quella pubblica non ce la fa. Che cosa intendete fare?

Esattamente quello che si fa là. Copiare non è vietato, quando funziona. Privato e pubblico fianco a fianco in un sistema a rete con la regia pubblica della Regione. La stessa organizzazione a rete genera gli standard tecnici cui il privato (ma anche il pubblico) dovrà attenersi se vuole convenzionarsi. Rigoroso controllo pubblico (indipendente) sulla qualità del servizio, probabile maggiore efficienza riducendo gli sprechi e le tipiche inefficienze delle organizzazioni pubbliche.

8 Quante Asl ci saranno in Liguria?

Una, come detto. Per eliminare duplicazioni e moltiplicazioni di funzioni e costi, spesso derivanti dalla (inutile) moltiplicazione delle poltrone. E ridurre anche per questa via l’ingerenza della politica (oltre che con la sistematica delega a commissioni indipendenti per la scelta di dirigenti e primari).

9 Il Gaslini è una eccellenza internazionale. Intendete aiutarlo? Se sì, come?

Intanto, non trattandolo come si è fatto con l’IST, altra eccellenza che ha perduto molto grazie alla follia amministrativo-burocratica. Temo che il Gaslini abbia già perso molto del suo potenziale, e la recente fuga di Moretta al Bambin Gesù di Roma è quasi il colpo di grazia. Comunque sia: incentivi e risorse secondo i risultati conseguiti nella ricerca (assai facili da misurare) e secondo le prestazioni rese nel sistema sanitario regionale.

10 Come regolerete il confuso regime dei ticket?

I dati sui costi sembrano dire che se raggiungessimo l’efficienza delle altre regioni (italiane, non norvegesi!) i ticket li potremmo anche abolire: mi pare infatti che il gettito del ticket per le prestazioni sanitarie liguri sia circa un decimo del margine di efficientamento di cui parlavo prima. Certamente li potremmo ridurre, e andrà fatto a partire dalle fasce di reddito più basse. È ovvio che l’idea stessa del ticket stride con un principio-cardine di un paese moderno, nel quale sanità, istruzione, giustizia dovrebbero essere servizi gratis per tutti (e in Italia nessuno di questi lo è). Ridurre (e magari abolire) il ticket dovrebbe essere quindi una priorità.