
Le due bottiglie incendiarie colpirono la casa di un notaio e della moglie medico, ma secondo quanto ricostruito in un secondo momento, l'obiettivo dell'attentato sarebbe stato l'ingegnere che abita al primo piano del lussuoso edificio. Due mesi prima, infatti, qualcuno aveva già provato a incendiare la porta dello studio dell'ingegnere, in via XX Settembre. Nelle settimane precedenti, inoltre, aveva ricevuto anche minacce telefoniche tanto che una delle figlie non voleva più andare a lavorare nello studio.
IL COMMENTO
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