cronaca

Il comandante delle Capitanerie italiane
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“Nel dibattito sulla gestione dell’emergenza profughi c’è confusione figlia dell’impreparazione. Ma la capitaneria e le forze che intervengono per i soccorsi lavorano con un solo obiettivo: la salvezza delle persone”. Sono parole dell’ammiraglio Felicio Angrisano comandante generale delle Capitanerie di porto intervenuto a Primocanale. Angrisano ha ribadito che siamo di fronte a “una emergenza quotidiana” e che “dal 1 gennaio di quest'anno la macchina dei soccorsi ha salvato più di 35mila migranti”.

“Il corpo ha messo al centro della propria vita la persona, la salvaguardia dell'essere umano. L'umano che fugge dalla disperazione, dalle guerre, dalla miseria. Un essere umano che ha perso la dignità, al quale noi cerchiamo di portare la salvezza di un futuro migliore”, ha spiegato il comandante, che poi ha ricordato con orgoglio due episodi recenti. “Il corpo ha avuto due grossi riconoscimenti: il 17 febbraio sentirsi dire da Papa Francesco in udienza privata 'io mi sento piccolo di fronte al vostro lavoro' e 20 giorni dopo a Milano la Guardia Costiera italiana inserita tra i giusti del mondo”.

Angrisano ha fornito una lettura non scontata dell'emergenza profughi: “Ci troviamo di fronte a una nazione nuova, quella dei migranti. Una nazione che non ha territorio, non ha regole, non ha diritti, ma che è formata da persone che hanno bisogno”. E sul dibattito sempre più caldo all'interno del mondo politico ha dichiarato: “Viviamo il dibattito ma non ci sentiamo condizionati. Molto spesso si crea confusione, che è molto spesso figlia dell'impreparazione. Dicono che essendo Guardia Costiera dovremmo intervenire vicino alla costa, ma, per fare un esempio, noi abbiamo soccorso qualche tempo fa un italiano a 600 miglia dalle coste brasiliane. Ci sono critiche per l'utilizzo di navi mercantile - ha concluso Angrisano - . Ma l'elemento fondamentale è il tempo: il tempo per poter mettere fine allo stato di pericolo”.