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Creare e vedere bellezza secondo Eugenio Carmi, uno dei più grandi interpreti dell'astrattismo italiano. A lui, alla sua capacità di dimostrare quanto sia fluida la bellezza del geometrico, Palazzo Ducale di Genova dedica l'antologica 'Speed limit 40' curata da Nicoletta Pallini.

E' figlio di Genova, Eugenio Carmi, figlio dell'era industriale e di quell'Italsider che di Genova è stata cuore pulsante. Proprio per la grande industria dell'acciaio Carmi disegnò i cartelloni dell'antinfortunistica, ai quali Umberto Eco ha dedicato un trattato di semiotica. Da qui il 'fabbricante d'immagini', dimenticato, o meglio introiettato il figurativismo degli inizi, si è proiettato verso l'astrazione.

Ecco dunque la 'costante di Fidia', ovvero la sezione aurea. Dice Carmi: "Aumenta il mio interesse a realizzare opere sulla sezione aurea mano a mano che aumenta il mio interesse per le regole della natura e che aumentano le mie letture scientifiche sulla presenza nella natura di regole molto precise e funzionali". Il Partenone, ma anche il cuore del girasole.

L'estetica della geometria in natura celebrata da Galileo e da Keplero sta in quel rapporto armonico, musicale, dell'immagine geometrica che sembra fluidificarsi, fondersi, ricomporsi sulle tavole di Carmi esattamente come fanno le note sui pentagramma di Nono, Ligeti e di Stockhausen, di Debussy. Esiste un esoterismo nella sezione aurea? Pare di sì, se solo si sosta davanti a 'L'invisibile', acrilico e vernice su tela di piccole dimensioni, a 'Quadrati in amore', ancora di più davanti a 'La scoperta della luce'.

Ma Carmi è anche essenza del segno, laddove 'segno' sta per forma-espressione del contenuto: 'Appunti sul nostro tempo', ma ancor più 'Due mondi' che ricordano l'Enso giapponese, l'essenza dello zen assoluto, il simbolo che unisce il visibile e il nascosto, il semplice e il complesso, il vuoto e il pieno, l'infinito.

L'antologica delle opere di Carmi, che rimarrà nella Loggia degli Abati fino al 17 maggio 2015, è stata inaugurata dal sindaco di Genova Marco Doria che, nell'occasione, ha tributato al grande artista genovese la medaglia città di Genova "a riconoscimento della sua poliedrica attività artistica e del permanente legame con le radici genovesi e particolarmente con la storia e la cultura industriale della città".