
"Ogni 4 ore almeno un operatore di polizia finisce in ospedale, spesso con conseguenze invalidanti, fisiche e psicologiche, che lo accompagneranno per tutta la carriera", commenta il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni. In 490 casi, il 21,6% del totale, l'aggressore ha fatto uso di armi proprie o improprie (bastoni, coltelli, cric, in molti casi la stessa vettura usata per investire).
I più colpiti sono stati ancora una volta i Carabinieri, che da soli hanno totalizzato il 48,9% delle aggressioni (in tutto 1.107), contro il 49,7% del 2013 e il 51,7% dell'anno precedente. Seguono la Polizia di Stato con 754 episodi (33,3%), la Polizia locale con 248 (10,9%) e gli altri corpi con 210 (9,3%). In aumento il dato della Polizia locale (9,9% e 10,1% i precedenti di 2013 e 2012).
Lo scorso anno gli episodi avvenuti al Nord sono stati 970 (42,8%), al Centro 556 (24,5%), al Sud 740 (32,7%), mentre aumenta il numero di aggressori stranieri: lo scorso anno si sono resi responsabili di 947 eventi, il 41,8% del totale. In 743 casi (32,8%) gli aggressori erano ubriachi o drogati (231 episodi per la sola droga), con una sostanziale stabilità sul 2013: 746 casi, 219 legati a sostanze stupefacenti.
"Gli argini di contenimento della violenza, costituiti dalle forze di polizia, sono sempre più deboli e corrosi", rileva il presidente dell'Asaps, secondo cui "tutto questo avviene nell'indifferenza pressoché totale dell'opinione pubblica e della stessa politica. Posizione pericolosa e ingenua. Del dilagare della violenza contro le divise sulla strada dovrebbero invece preoccuparsi per primi i cittadini ancor più degli agenti e carabinieri - sostiene Biserni - Dopo l'argine ci sono loro come destinatari e vittime di una violenza sempre più tracotante o ormai di fatto impunita".
IL COMMENTO
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