cronaca

Due morti e cinque poliziotti feriti il bilancio degli episodi
4 minuti e 27 secondi di lettura
La polizia di Copenhagen ha reso noto di aver ucciso a colpi di pistola un uomo che aveva sparato agli agenti vicino a una stazione ferroviaria, nella notte fra sabato e domenica. Sono in corso accertamenti per capire se l'episodio sia legato alle due sparatorie contro una conferenza e davanti a una sinagoga. Secondo un comunicato della polizia, la sparatoria è avvenuta dopo che gli agenti avevano messo sotto osservazione un indirizzo vicino a una stazione ferroviaria. Nessun poliziotto è rimasto ferito.

"Stiamo cercando due responsabili". Lo ha detto ai giornalisti il portavoce della polizia di Copenhagen, Allan Wadsworth-Hansen, riferendosi ai due attentati alla conferenza e alla sinagoga. In entrambi i casi lo sparatore è fuggito. Il portavoce non ha affermato né escluso che i due fatti siano collegati.

Copenhagen sotto attacco.
A gennaio la Francia, oggi la Danimarca. La libertà di espressione in Europa torna ancora una volta sotto attacco del terrorismo. Sabato a Copenhagen prima una sparatoria con un morto e tre feriti durante un convegno organizzato in ricordo della strage al giornale satirico francese Charlie Hebdo a gennaio. Poche ore dopo una seconda sparatoria, nei pressi di una sinagoga nel centro della città, con un morto e due feriti. Non è ancora chiaro se i due episodi siano collegati.

Il bilancio del violentissimo attentato avvenuto nel pomeriggio all'interno di un locale dove si svolgeva il dibattito è di almeno un morto - un civile sui 40 anni - e di tre agenti feriti, che non sono in pericolo di vita. All'evento partecipavano tra gli altri l'ambasciatore francese in Danimarca Franois Zimeray e il vignettista svedese Lars Vilks, in passato minacciato di morte per avere pubblicato una vignetta satirica dove aveva raffigurato il profeta Maometto con le fattezze di un cane, e che potrebbe essere stato il bersaglio dell'attacco.

Poi, verso mezzanotte, ancora spari davanti a una sinagoga del centro, che colpiscono una persona alla testa e due poliziotti a gambe e braccia. Il ferito alla testa morirà nella notte. Lo sparatore fugge a piedi e la polizia setaccia l'area, fermando auto, evacuando la stazione di Norreport e invitando i cittadini a non circolare nella zona. Il terrore era esploso che erano da poco passate le 16. Al Krudttoenden cafe, noto locale che organizza concerti jazz, si era da poco aperto il convegno dal titolo ''Arte, blasfemia e libertà di espressione''. E proprio quando l'ambasciatore francese si apprestava ad introdurre il dibattito, una raffica di colpi di arma da fuoco investiva i presenti. Alcuni agenti di polizia presenti hanno risposto al fuoco, mentre tra i partecipanti al convegno si diffondeva il panico, tra chi fuggiva all'esterno del locale o chi cercava riparo.
''Sono vivo'', ha immediatamente twittato il diplomatico francese.

Subito dopo è iniziata la caccia all'uomo. In un primo momento si era parlato di due attentatori che si erano dati alla fuga a bordo di un'auto, poi ritrovata dalla polizia. Ma in serata la stessa polizia danese ha precisato che l'attentatore sarebbe uno solo e ha poi diffuso una sua foto. ''Ritengo che obiettivo dell'attacco fosse Lars Vilks'' ha affermato Helle Merete Brix, una degli organizzatori del convegno.

Drammatiche le fotografie e le immagini mandate in onda dai media locali subito dopo l'attentato. Secondo il canale TV2, in una finestra del Krudttoenden cafe ci sono almeno una trentina di fori di proiettile, segno della violentissima sparatoria. ''Viene da chiedersi, anche se al momento non possiamo confermarlo, se fossimo noi gli obiettivi dell'attacco'', ha dichiarato - stando a Le Monde online - Claus Oxfeldt, responsabile dei sindacati di polizia danese, ricordando che le forze dell'ordine erano state bersaglio degli attacchi terroristici di gennaio a Parigi.
 
Il presidente francese Francois Hollande ha condannato come un ''atto riprovevole'' la sparatoria e ha poi offerto alla premier danese Helle Thorning-Schmidt ''la piena solidarietà della Francia''. Il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, si recherà il prima possibile a Copenaghen. ''Desidero esprimere a Helle Thorning-Schmidt la totale solidarietà dell'Italia e del governo per l'attentato di oggi. Facciamo nostri il dolore e la forza della Danimarca di fronte alla minaccia della violenza e dell'odio'', è il messaggio inviato dal premier Matteo Renzi. ''L'Europa non sarà intimidita'', ha affermato l'Alto rappresentante della Ue Federica Mogherini. ''La libertà di parola deve essere sempre protetta'', ha reiterato da parte sua il premier britannico David Cameron. In serata è giunta poi la condanna della Casa Bianca, per l'atto ''deplorevole''.

Intanto si è appreso che vive sana e salva nello "Stato islamico" Hayat Boumedienne, la compagna di Amedy Coulibaly, uno degli autori degli attacchi di Parigi del gennaio scorso. Lo riferisce l'Is tramite la sua rivista in lingua francese e il cui secondo numero è apparso nelle ultime ore su Internet. Il numero del mensile Dar al Islam appare con la copertina con l'immagine in della Tour Eiffel e con la scritta: 'Che Iddio maledica la Francia'. L'articolo di punta è "l'intervista con la sposa", ovvero con la giovane Boumedienne, presentata come Abu Bassir Abdullah al Ifriqi, nome di battaglia di Coulibaly.

E' impossibile verificare l'autenticità dell'intervista, nella quale l'Is attribuisce alla donna la conferma del legame diretto tra Coulibaly e lo Stato islamico. "Sono nella Terra del Califfato... nella terra governata dalla legge di Dio", si legge nel testo attribuito a Boumedienne.