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Quarta votazione decisiva per superare il quorum
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Sergio Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica. Un grande applauso dell'Aula ne ha salutato l'elezione al raggiungimento del quorum di 505 voti. Come da previsioni, la quarta votazione per eleggere il nuovo inquilino del Quirinale è stata quella decisiva. In totale sono stati 665 i voti confluiti sul nuovo Capo dello Stato, come proclamato dalla presidente della Camera Laura Boldrini. I votanti sono stati 995.

Sulla figura del nuovo Presidente della Repubblica si è espresso anche il suo predecessore, Giorgio Napolitano. "Conosco Sergio Mattarella - ha detto l'ex inquilino del Colle - sul piano dell'assoluta lealtà, correttezza, sensibilità, competenza istituzionale e certamente dell'imparzialità. Tutte caratteristiche importantissime per disegnare la figura del Capo dello Stato.”.

Renzi e i suoi hanno lavorato per l'intera giornata di ieri per blindare la quarta votazione, che ha portato Sergio Mattarella al Quirinale. Perché, nonostante la ritrovata compattezza del Pd, la certezza di essere al riparo dai franchi tiratori poteva garantirla solo i voti del centrodestra. L'azione di Renzi ha portato a spaccature dolorose all'interno di Forza Italia e di Area Popolare (Ncd-Udc), specie dopo la scelta ultima dei grandi elettori Ap di votare sì a Sergio Mattarella.

"Voteremo sì a Sergio Mattarella - avrebbe detto Angelino Alfano sottoponendo ai grandi elettori il documento con cui Ap voterà sì alla candidatura dell'esponente siciliano - ma il metodo del premier Matteo Renzi resta sbagliato e l'appello di ieri non è bastato". Stesso discorso di Fabrizio Cicchitto, che ha ribadito come “si aprirà una discussione sul metodo adottato da Renzi, che ha causato una serie di problemi. Dunque si dovrà aprire un confronto politico su questo terreno".

Tuttavia le manovre che hanno portato all'elezione di Mattarella hanno già causato alcuni smottamenti nel panorama politico. Barbara Saltamartini, deputata Ncd, si è dimessa da portavoce del partito dopo il voto. “Una scelta non contro il candidato al Colle - ha spiegato - ma dovuta al metodo utilizzato e al mutamento della maggioranza”. Il gesto della Saltamartini non è solitario. Anche Maurizio Sacconi, capogruppo di Ap (Ncd-Udc) al Senato Maurizio Sacconi, si è dimesso. Da quanto si apprende, la scelta è irrevocabile e ad effetto immediato.

CHI E' SERGIO MATTARELLA - Palermitano, classe 1941, Sergio Mattarella, dal 2011 giudice della Corte Costituzionale viene da una famiglia di tradizione democristiana. Il padre, Bernardo, fu tra i fondatori della Dc siciliana, deputato alla Costituente e ministro dei Trasporti, del Commercio Estero e delle Comunicazioni tra la metà degli anni '50 e '60.

Anche il fratello Piersanti aveva intrapreso la carriera politica riuscendo in poco tempo ad arrivare alla carica più alta della regione e mettendo al primo posto la lotta alla mafia e alla corruzione. Proprio per questo, mentre era governatore della Sicilia, il giorno dell'Epifania del 1980, quando era appena 45enne fu brutalmente ucciso da un agguato a colpi di pistola da parte di Cosa Nostra.

Tre anni dopo Sergio Mattarella, avvocato e docente di diritto parlamentare all'università di Palermo, viene eletto deputato con la Dc. Negli anni Ottanta è ministro dei Rapporti con il Parlamento nei governi De Mita e Goria. Poi ministro dell'Istruzione con Giulio Andreotti, carica dalla quale si dimette nel 1990 in segno di protesta contro l'approvazione della legge Mammì che, di fatto, favorì l'ascesa economica di Silvio Berlusconi.

Nel 1993 è 'padre' della riforma della legge elettorale in senso maggioritario che porta il suo nome, il 'Mattarellum', sostituita nel 2013 dal cosiddetto 'Porcellum'. Dopo Tangentopoli è alla guida del rinnovamento democristiano. Tra il '92 e il '94 è direttore del 'Popolo', il quotidiano del partito e dopo la frammentazione Dc è tra i promotori del Partito popolare italiano.

Nel 1996, con la vittoria elettorale dell'Ulivo guidato da Romano Prodi è capogruppo dei popolari alla Camera e diventa vicepresidente del Consiglio quando, dopo la caduta di Prodi, l'incarico venne assunto da Massimo D'Alema. Nei secondi governi D'Alema e Amato, Sergio Mattarella è ministro della Difesa.

Nel 2001 è nuovamente eletto deputato nelle liste della Margherita e riconfermato a Montecitorio nel 2006 per la lista dell'Ulivo carica che ha ricoperto fino al 2008. Eletto dal Parlamento giudice della Corte Costituzionale il 5 ottobre 2011. Giura l'11 ottobre 2011.