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Tutte le feste si porta via, ma nel giorno della sua celebrazione di feste ce ne sono davvero tante in tutta la Liguria. Nel giorno dell’Epifania dunque la Befana si coniuga in tanti modi. Partiamo da Genova dove nel Porto Antico fioriscono le iniziative con il Circumnavigando Festival e la pista di pattinaggio.

GENOVA - Al palazzo della Meridiana alle 16.30 concerto dell’Epifania. E poi tanti musei aperti da quelli di Strada Nuova al museo di Storia Naturale. Da non dimenticare in mattinata la tradizionale befana in 500 all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova a cura del fiato 500 club Italia di Garlenda. Tra la Foce ed Albaro nel pomeriggio dalle 14.30 la Befana scenderà da Scalinata Borghese mentre nell’entroterra verrà stesa la calza più lunga d’Italia sul campanile della chiesa di Sant’Olcese.

PONENTE - Ad Albenga la Befana si cala dalle torri, simbolo della città, dalle 16 grazie all’evento Pompieropoli promosso dai vigili del fuoco del locale distaccamento. Ad Alassio dalle 10.30 al ponte Bestoso attesa per la 13-esima edizione della Befana del Subacqueo.

LEVANTE - Nel levante in occasione dell’Epifania al Museo Archeominerario di Castiglione Chiavarese giornata di animazioni e laboratori per bambini. In lunigiana ad Aulla tante iniziative dalla festa nel centro storico all'adorazione dei Magi per concludere con la grande calza che scende dal campanile a Quercia.

ORIGINE DELLA BEFANA - La sua storia si rifà a quella di un racconto fantastico, quando si pensava che nelle notte volassero sui campi appena seminati figure femminili che propiziavano il raccolto. La Befana, dunque, è nata quasi come nasce una superstizione o come avviene una manna dal cielo, inventata dal popolo speranzoso in un buon raccolto. Secondo gli antichi romani a guidare le fanciulle volanti era Diana, dea lunare della vegetazione; altri, invece, credevano che la divinità misteriosa fosse Satia, nome che deriva dal latino satiaetas, ovvero sazietà.

Il suo aspetto poco piacevole segue una tradizione, una leggenda, che si tramanda nei secoli. La Befana, vestita di stracci e gonne malmesse, mantiene il suo povero aspetto iconografico per un preciso motivo: alcuni sostengono, infatti, che rappresenti la natura ormai spoglia poiché lei arriva portandosi via un anno “consumato”, vissuto, che porta con sé tutte le pene. In questo senso si può dire che la Befana venne riconosciuta dalla chiesa come figura sacrificale che si usava bruciare. Un’usanza cristiana che influenzò anche la tradizione popolare.

Se per alcuni questa donna doveva essere la simbolizzazione di un periodo ormai passato, vissuto e consunto, in Italia la festa dell’Epifania ha assunto un significato un po’ diverso. La cultura italiana attuale descrive la Befana come una vecchietta buona che premia o punisce i bambini a seconda del loro comportamento. Un po’ come dovrebbe fare Babbo Natale portando i doni, la Befana regala dolci ai “buoni” e carbone ai “cattivi”. Ma sembra che la festa dell’epifania non sia solo tutto questo.

Tra i racconti popolari e le credenze religiose esiste una vecchia tradizione, secondo la quale l’arrivo della Befana rappresentava l’occasione per integrare il magro bilancio di molte famiglie povere che si aggiravano per le case ricevendo doni, di solito viveri e bevande, in cambio di un augurio. Oggi, però, la Befana è una sola: porta con sé regali e dolcetti da dare ai bambini. E, come ogni personaggio nato dalle storie tramandate nel tempo, anche lei ha sembianze e abiti dei quali non si può proprio liberare. (fonte: Sapere.it)