"Non basta inasprire il regime fiscale senza produrre nuova ricchezza e ridistribuirla equamente. Non basta incassare se non si investe fortemente per innovare e cercare nuove eccellenze, per inventare con l'aiuto dei giovani che hanno preparazione e creatività". Lo ha detto il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, ieri sera durante il tradizionale Te deum di fine anno nella Chiesa del Gesù di Genova. L'Europa deve stare attenta, perché, nello scenario mondiale, ciò che rischia oggi l'Italia domani toccherà a lei". "Non basta tappare i debiti, più o meno voraginosi, vendendo i gioielli di casa frutto della intelligenza e della lungimiranza dei nostri padri, perché una volta ripianati i debiti se si riesce a ripianarli, si resta con niente in mano, né strutture né professionalità, in balia di chi guarda all'Italia come ad una preda succulenta e ambita, da spolpare". "Alla fine di queste operazioni di vero azzardo - ha proseguito il cardinale - si resta con dei pezzi in mano, pezzi che, scollati gli uni dagli altri, diventano sempre più deboli per essere azzannati in un secondo tempo".
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