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La maggioranza dei cittadini stranieri che vive in Italia è soddisfatta per la vita nel suo complesso in misura sensibilmente superiore rispetto agli italiani.

Il 60,8% indica punteggi elevati di soddisfazione per la vita compresi tra 8 e 10 contro appena il 37,2% degli italiani. Più soddisfatte le donne e i giovani stranieri. La maggioranza degli stranieri (58,6%) è soddisfatta del lavoro (il 28,7% attribuisce un punteggio pari a 8, il 9,8% pari a 9 e il 20,1% pari a 10).

Ad apprezzare maggiormente il lavoro che svolgono sono i cittadini filippini e moldavi, i meno soddisfatti i cinesi e gli ucraini. I dati arrivano da uno studio sulla soddisfazione, la fiducia e la discriminazione tra i cittadini stranieri, oggetto di una convenzione stipulata tra l'Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il 29,1% delle persone straniere di 15 anni e più dichiara di aver subìto discriminazioni in Italia perché di origini straniere o per le loro caratteristiche. Gli uomini stranieri e gli adulti tra i 25 e i 44 anni sembrano subire i disagi maggiori. Il 10,5% degli stranieri ha subìto discriminazione mentre svolgeva azioni per la ricerca di una casa, l'8,1% presso locali o uffici pubblici o su mezzi di trasporto, il 6,2% da parte di vicini di casa. E' minima però la quota di stranieri che avvertono un clima di ostilità nei loro confronti, al punto di doversi trasferire altrove (3,7%).


Il 19,2% degli stranieri ha subito un trattamento meno favorevole mentre lavorava o cercava lavoro. In ambito lavorativo più le donne che gli uomini stranieri avvertono un clima ostile da parte di colleghi, superiori e clienti (rispettivamente 53% contro 46,8%). Gli uomini dichiarano più frequentemente di aver ricevuto carichi di lavoro eccessivi o penalizzanti (31,6% rispetto al 24% delle donne).

Tra gli stranieri che hanno dichiarato di essere stati discriminati in ambito lavorativo, l'89,5% ritiene che ciò sia avvenuto a causa delle proprie origini, il 22,9% per la scarsa conoscenza della lingua italiana, il 14,6% per il colore della pelle. Il 12,6% degli stranieri di 6 anni e più che ha intrapreso un percorso di studi in Italia dichiara di essere stato discriminato in questo ambito. I più svantaggiati sono le donne straniere (14,2%) e i giovani tra i 14 e i 19 anni (17,4%).

Il comportamento discriminatorio è attuato più frequentemente da coetanei con cui si condivide il percorso di studi (78,4%), meno dai docenti (35%) e dal personale non docente (8,8%). Il 10,5% degli stranieri ha subito discriminazione mentre svolgeva azioni per la ricerca di una casa, l'8,1% presso locali o uffici pubblici o su mezzi di trasporto, il 6,2% da parte di vicini di casa. E' minima tuttavia la quota di stranieri che avvertono un clima di ostilità nei loro confronti, al punto di doversi trasferire altrove (3,7%).