
"Per diffondere la malattia - ha detto - è sufficiente un solo seme infetto su mille. E abbiamo analizzato alcune partite di semi che avevano anche il 10% di materiale infetto". L'impiego di nuovi agro-farmaci è sconsigliato dai ricercatori perché aumenta i residui chimici. "Sarà - ha concluso Garibaldi - una lotta ancora lunga, quella contro la peronospora del basilico ma solo con risposte tecnologiche sostenibili per l'ambiente e con la collaborazione di bravi tecnici locali si potranno salvaguardare le coltivazioni di basilico e tutelare i consumatori".
IL COMMENTO
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Che l'inse, perché la ribellione parte sempre da Genova?