cronaca

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"L'ex ministro Claudio Scajola non si trova in isolamento o con altri reclusi nel carcere di Rebibbia, ma come mi hanno detto i colleghi romani che lo assistono, in una cella singola. La moglie, signora Maria Teresa, i due figli Pier Carlo e Lucia, nonostante la situazione appaia particolarmente critica, sono sereni e certi che Claudio mercoledì, nel corso dell'annunciato interrogatorio di garanzia, potrà chiarire ogni cosa ai magistrati inquirenti e tornare presto libero".

Queste le dichiarazioni dell'avvocato di Imperia Marco Mangia, il legale di fiducia degli Scajola che giovedì mattina ha assistito, presente la moglie e all'on. Alessandro Scajola (fratello dell'ex ministro) alla lunga perquisizione da parte della Dia di Genova a Villa Ninina, la residenza imperiese dell'ex ministro di Forza Italia e del Pdl arrestato 5 giorni fa all'alba in una camera di un albergo della capitale. I magistratati e la Dia di Reggio Calabria lo accusano di presunti aiuti finalizzati a favorire la latitanza di Amadeo Matacena, ex parlamentare de La Casa della Libertà, condannato in Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa e fuggito a Dubai per evitare il carcere. L'avvocato Mangia ha anche dichiarato che gli inquirenti a Villa Ninina non avrebbero sequestrato nessun archivio dell'ex ministro, ma solamente pochi documenti "di scarso significato.

Legge tutti i giorni i quotidiani e guarda regolarmente la tv e i notiziari, Claudio Scajola, l'ex ministro arrestato giovedì scorso e detenuto nella quinta sezione del carcere romano di Regina Coeli. Scajola - secondo quanto si apprende - è in una cella da solo. E può usufruire da solo anche dell'ora d'aria, senza che ci siano insieme a lui altri carcerati. Gli viene inoltre dato un vitto particolare, rispondente a necessità legate a una patologia. Strettissima la sorveglianza: ogni 15 minuti un agente passa a controllare.

Intanto mentre oggi a Imperia era attesol’arrivo di un ispettore inviato dal Capo della Polizia per capire se ci siano stati abusi nell’utilizzo della scorta di Scajola, dagli ambienti della Camera trapela che "non c'è alcun conto corrente "gestito dalla Tesoreria della Camera che sia intestato a singoli deputati o ex deputati". I conti bancari della Tesoreria, aggiungono, sono utilizzati "esclusivamente" per "l'attività istituzionale". A proposito di queste notizie, fonti della Camera precisano "che i conti correnti bancari gestiti dal Servizio Tesoreria della Camera dei deputati sono intestati alla Camera dei deputati medesima e sono utilizzati esclusivamente per la regolazione di partite contabili connesse all'attività istituzionale di quest'ultima".

Ci sono poi gli aspetti "politici" dell'ultimo periodo di Scajola. In una telefonata alla moglie intercettata nell'ultimo periodo l'ex ministro dice: ""Ho bisogno di sapere se mi rispettano altrimenti è guerra aperta". Nella telefonata Scajola chiama la moglie "e le racconta l'incontro con Confalonieri e Letta con i quali si è lamentato della situazione che si è sviluppata e li ha minacciati che se non si risolve il problema fa scoppiare un casino indimenticabile. Claudio non ha bisogno di persone che lo raccomandano, ha bisogno di sapere se lo rispettano altrimenti è guerra aperta".