Le colpe dei sei imputati e dell'azienda sono certe, assodate, chiarite in via definitiva. Ma le condanne, nel nuovo processo d'appello, non potranno essere aumentate. Ecco il senso della sentenza pronunciata la notte scorsa dalla Cassazione sul caso Thyssenkrupp. Fonti della Suprema Corte hanno voluto mettere in rilievo, in attesa del deposito delle motivazioni, un aspetto fondamentale ma che a una prima lettura del dispositivo si era prestato a interpretazioni differenti. Da piazza Cavour adesso fanno sapere che, siccome "il ricorso della procura è stato respinto", bisogna applicare il principio del "divieto di reformatio in pejus".
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