cronaca

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Sono passati deci anni dalla morte del genovese Fabrizio Quattrocchi, ucciso in Iraq a 35 anni con un colpo di pistola alla tempia dai sequestratori davanti ai quali disse:Vi faccio vedere come muore un italiano”. Quella frase, grazie al video diffuso dai rapitori, ha fatto il giro del mondo e l’allora presidente della repubblica Ciampi ha riconosciuto a Quattrocchi la medaglia al valor civile alla memoria.

Al genovese sono state dedicate piazze, vie, ponti e manifestazioni, sportive, in tutta Italia e nel mondo, ma non a Genova: "Un’assurdità ingiusta e contraddittoria - denuncia Salvatore Stefio, uno dei tre contactors in Iraq nel 2004 - come è un paradosso la sentenza che ha equiparato i nostri rapitori a delinquenti comuni e non terroristi". Stefio, siciliano,  oggi sarà per la prima volta a Genova insieme agli altri due contractors sequestrati in Iraq, Agliana e Cupertino, per deporre un fiore sulla tomba di Quattrocchi nel cimitero Staglieno.

"Il mio ricordo di Fabrizio è immutato: era una persona, mite, generosa e d’altissimo livello professionale e morale, come ha anche dimostrato con quella frase. Trovo un colossale errore che la sua città, non l’abbia ancora ricordato. Un buon amministratore deve essere tale anche quando non è in sintonia politica con chi gli sta davanti".

L’assessore con delega a servizi demografici di Tursi Elena Fiorini replica codì alla richiesta di Stefio: "Per farlo dovevano passare 10 anni dalla morte. Ora si può, ma non possiamo istruire una pratica perché non abbiamo ricevuto nessuna domanda". Ma si poteva derogare e una domanda è stata presentata e bocciata anni fa.