"Non è un no alla denuncia ma un' attenzione verso le vittime e risponde a ciò che i genitori ritengono meglio per il bene dei propri figli. Per noi l'obbligo morale è ben più forte dell'obbligo giuridico, e impegna la Chiesa a fare tutto il possibile per le vittime".
Così ha dichiarato il presidente della Cei Bagnasco, parlando di pedofilia da parte di religiosi. Bagnasco si è riferito alle linee guida della Cei in materia di pedofilia pubblicate ieri secondo le quale i vescovi non sono ''pubblici ufficiali'' e dunque non sono obbligati a denunciare all'autorità giudiziaria casi di abusi sessuali nei confronti dei minori che sono di loro conoscenza. Il porporato è intervenuto a margine del seminario regionale di studio sulla scuola che si sta svolgendo a Genova.
"Questa questione" ha aggiunto Bagnasco "rientra in un contesto più ampio in cui il punto fondamentale è la cooperazione con l'autorità giudiziaria. Il Vaticano prescrive di rispettare le leggi nazionali e sappiamo che la legge italiana non riconosce questo dovere" di denuncia. "Ma ciò che è più importante e' il rispetto delle vittime e dei loro familiari che non è detto vogliano presentare denuncia, per ragioni personali. Bisogna essere molto attenti affinché noi sacerdoti, noi vescovi non andiamo a mancare gravemente di rispetto alla privacy, alla discrezione alla riservatezza e anche ai drammi di eventuali vittime che non vogliano essere 'messe in piazza', brutalmente parlando". "Questo" ha concluso "è un aspetto su cui dobbiamo riflettere. Noi pastori abbiamo molto riflettuto e questa ragione ci è parsa importantissima. A seconda di quello che può essere la posizione dei familiari delle vittime si può decidere nei casi concreti".
cronaca
Bagnasco su pedofilia: "I vescovi non sono obbligati a denunciare"
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