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Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha rassegnato le sue dimissioni irrevocabili.  Un anticipo di circa tre ore rispetto a quanto previsto inizialemente. E prima di andare dal Capo dello Stato Letta su Twitter ha scritto: "Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato.Ogni giorno come se fosse l'ultimo".


Pd e Renzi sfiduciano Letta e già si scatena il toto-ministri, con una ridda di voci su chi occuperà i dicasteri più importanti:
Lavoro, Economia, Interni, Istruzione e Esteri.

Qualche riconferma, si dice nei corridoi, ma anche nuove figure, soprattutto negli uffici dove Renzi intende più far pressione per il "rilancio dell'Italia"Sembra certo che Renzi si sia consultato anche con il presidente della Bce, Mario Draghi. Intanto, ad aprire le dichiarazioni di giornata, è il renziano Matteo Richetti: "Il governo Renzi è l'ultima chance per il nostro Paese. Se non riuscirà a raggiungere gli obiettivi si dovrà tornare alle urne", ha detto alla Telefonata di Canale 5. "Nei prossimi due mesi Renzi - ha sottolineato il parlamentare vicino al sindaco di Firenze - dovrà adottare provvedimenti shock per l'Italia, per il lavoro e per il rilancio dell'economia. Bisogna togliere le ganasce al Paese, lasciare le briglie per farlo ripartire". Di sicuro c'è che Letta, premier dimissionario, si trova a Palazzo Chigi già da questa mattina alle 7.30. Dopo il Consiglio dei ministri, si recherà al Quirinale alle 13 per rimettere il suo mandato nelle mani di Napolitano.  Giunto in Comune, il sindaco e segretario del Pd ha dribblato le domande dei cronisti limitandosi a dire "buon giorno ragazzi".


IL TOTOMINISTRI - Dato per partente è il responsabile dell’Economia Fabrizio Saccomanni.  E Per la sua sostituzione è corsa a quattro tra l’economista Tito Boeri, l’imprenditore Andrea Guerra (ad di Luxottica), l’ex ministro Fabrizio Barca e l’economista Lucrezia Reichlin.

Al ministero del  Lavoro in pole c’è ancora Fabrizio Barca, ma potrebbe soffiargli la poltrona  Guglielmo Epifani, ex leader della Cgil ed ex segretario del Pd; appare più defilata l’attuale responsabile Lavoro del Pd Marianna Madia. Tra coloro che non sarebbero riconfermati c'è il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e al suo posto potrebbe arrivare Michele Vietti dal Csm, ma è spuntato anche il nome del presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick.


Tra i fedelissimi di Renzi dovrebbero trovare spazio soltanto Maria Elena Boschi alle Riforme (al posto di Gaetano Quagliariello di Ncd) e Graziano Delrio, probabile nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio o, in seconda istanza, al ministero per i Rapporti con il Parlamento.

Partita aperta anche sulle Infrastrutture. Maurizio Lupi potrebbe perdere il dicastero a vantaggio di un esponente Pd: al suo posto in lizza il sindaco di Bari Michele Emiliano e quello di Salerno Vincenzo De Luca. Il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti potrebbe andare al ministero per i Rapporti con il Parlamento al posto di Dario Franceschini ma solo nel caso che quest’ultimo divenga nuovo presidente della Camera al posto di Laura Boldrini (Se Sel entra in maggioranza ed appoggia il governo).

In bilico vengono dati Mario Mauro alla Difesa (al suo posto potrebbe subentrare l'attuale sottosegretario Roberta Pinotti) e Massimo Bray alla Cultura. Una delle ipotesi più suggestive vedrebbe andare alla Cultura lo scrittore Alessandro Baricco. Pari modo per l’Agricoltura, libera dopo le dimissioni di Nunzia De Girolamo, potrebbe andare il patron di Eataly Oscar Farinetti.

Dovrebbero essere riconfermati, invece, i ministri Andrea Orlando ed Emma Bonino. Confermati anche i ministri in quota Ncd: Angelino Alfano al Viminale e Beatrice Lorenzin alla Sanità.