economia

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Il “Cristoforo Colombo” è miseramente finito declassato nella nuova graduatoria degli aeroporti italiani: dieci sono qualificati di “interesse strategico” (Milano Malpensa, Venezia, Bologna-Pisa-Firenze solo a patto che si realizzi la gestione unica, Roma Fiumicino, Napoli, Bari, Lamezia Terme, Catania, Palermo e Cagliari) e 25, fra cui appunto Genova, di “interesse nazionale”. (vedi la sintesi del piano nazionale dei trasporti all'indirizzo http://tiny.cc/mtg4ax).

Se non è la serie B dell’aeroportualità italiana, certo poco ci manca. E tutto mentre il “Colombo” è palleggiato fra Autorità portuale (principale azionista con il 60%) e Camera di Commercio genovese (25%) su una privatizzazione che già ha fallito il round del primo bando e ora si accinge al secondo tentativo, ma con Luigi Merlo (porto) e Paolo Odone (ente camerale) che continuano a litigare sulle procedure.

Il piano nazionale degli aeroporti, però, intanto va avanti e giovedì il ministro Maurizio Lupi sarà in Commissione trasporti al Senato proprio per presentare il documento e, ovviamente, rispondere alle domande dei senatori. L’unico ligure che siede in quella Commissione è Maurizio Rossi di Liguria civica, che in vista di quell’appuntamento non casualmente ha diffuso una nota nella quale osserva che “oltre all’isolamento via ferro, la Liguria subisce anche quello per via aerea, con costi dei voli esorbitanti”.

Lo scorso 23 gennaio, Rossi aveva incontrato proprio Lupi nell’ambito del  format video ‘Liguria Civica incontra” (www.liguriacivica.it) chiedendo  al ministro interventi per il futuro dello scalo genovese, ottenendo questa risposta: “Stiamo agendo con il Piano nazionale degli aeroporti. Il Paese paga un ritardo generale perché non ha mai avuto una strategia di sviluppo e non ha mai fatto sistema sugli aeroporti. Il sistema degli scali del nordovest deve iniziare a ragionare insieme per pensare a uno sviluppo complessivo”.

Il Piano nazionale degli aeroporti in qualche modo va verso questa direzione, anche se non mancano zone d’ombra rispetto ai criteri adottati per arrivare alla nuova classificazione, considerati non tutti in linea con le indicazioni arrivate dal regolamento europeo del settore, ma intanto il “Colombo” paga dazio due volte: viene retrocesso e subisce tariffe elevate. Su quest’ultimo versante, secondo Rossi in realtà si può intervenire subito: “Non è possibile che in proporzione si paghi più per un Genova-Roma rispetto al Milano-New York. Bisogna agire con un tariffario in base al chilometraggio e aprire il mercato sulle rotte”.

Una posizione condivisa dallo stesso Lupi
, secondo il quale, sempre estrapolando le sue parole dal video di “Liguria civica incontra”, “con la regia dello Stato bisogna cominciare a fare sinergie e a investire risorse. Ci sono vettori nuovi che stanno conquistando fette di mercato consistente e il breve raggio non può più essere considerato come il lungo raggio, in termini di tariffe e di costi. Quindi – è la conclusione del ministro Lupi - o la compagnia di bandiera e il sistema Paese regolamentano e facilitano la concorrenza a vantaggio di costi minori per un servizio migliore, oppure sarà il mercato stesso ad autoregolamentarsi”.