cronaca

1 minuto e 21 secondi di lettura
 Non esiste nessuna nuova ordinanza del Comune di Genova che consente ad Amiu di versare nel torrente Cassinelle in val Chiaravagna il percolato della discarica di Scarpino 1 al fine di impedire che il percolato di Scarpino 2 molto più inquinato finisca nel torrente.
 


Lo ha smentito l'assessore all'Ambiente del Comune di Genova Valeria Garotta in un comunicato stampa. L'assessore ha ricordato, oltre al ricorso ad autobotti per smaltire il percolato in impianti terzi, l'ordinanza emanata ieri dal sindaco che prevede la possibilità di scaricare nel rio Secco il percolato eccedente la capacità del depuratore di Cornigliano. Non essendo tali misure sufficienti a contenere la produzione di percolato, ulteriormente alimentata dalle ultime piogge, l'assessore ha annunciato al consiglio comunale un'ordinanza aggiuntiva, poi smentita. La soluzione ipotizzata si basava sulle analisi del percolato, al momento disponibili, che indicavano una concentrazione di ammoniaca sensibilmente inferiore nel percolato della vecchia discarica Scarpino 1 rispetto a quella di Scarpino 2. Ciò faceva propendere l'assessore Garotta per un rilascio controllato nel rio Cassinelle - per la sola fase di emergenza - del percolato prodotto dalla vecchia discarica, allo scopo di abbassare il livello del liquame contenuto nelle grandi vasche di stoccaggio provvisorio. L'amministrazione comunale, prima di adottare tale misura, ha però voluto attendere l'acquisizione di analisi ulteriormente aggiornate sul percolato. I nuovi dati, forniti da Amiu, evidenziano che si è ridotto notevolmente il divario della quantità di ammoniaca nel percolato proveniente dalle due diverse discariche. Questo mutamento della situazione oggettiva non giustifica quindi l'adozione di un provvedimento che, per scongiurare un rischio ipotetico, provocherebbe un impatto ambientale certo e con effetti sostanzialmente analoghi.