
I due gestivano tra Alassio e Albenga cinque alloggi presi in affitto e trasformati in case squillo. A prostituirsi ragazze straniere, anche giovanissime e transessuali.
Secondo gli inquirenti, i due affittavano gli appartamenti e che costringevano le squillo a versare loro una parte dei proventi. A essere "sfruttate" una decina di ragazze e transessuali che pubblicizzavano le loro prestazioni su siti hard e giornali di annunci economici.
IL COMMENTO
Bravo vescovo Savino! Il referendum come “custode della democrazia”
Nella Genova più "salata" caccia al centro dimagrito