cronaca

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Proseguono da nord a sud manifestazioni di protesta del movimento dei forconi.



Una giornata caratterizzata da presidi e varie iniziative, che si è conclusa con un vertice convocato al Viminale in serata dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, con i responsabili nazionali delle Forze dell'ordine proprio per fare il punto sulle proteste in corso e quelle annunciate.
 

Presente alla prima parte della riunione anche il direttore di Equitalia, Attilio Befera: con lui sono state esaminate le minacce via informatica arrivate a funzionari e dirigenti dell'agenzia di riscossione. A questi funzionari e allo stesso Befera, Alfano e il premier Letta hanno espresso la vicinanza del Governo, riaffermando il sostegno e la fiducia dell'esecutivo per il lavoro svolto. Oggi, intanto, nel corso di una conferenza stampa del Coordinamento 9 dicembre, è stata annunciata per mercoledì prossimo, a Roma, una grande manifestazione con un presidio che proseguirà ad oltranza, ma non ci sarà alcun corteo - è stato assicurato - "per evitare qualsiasi tipo di infiltrazioni che non appartengono al movimento". "Non vogliamo fare la guerra sulle strade, siamo persone disponibili che vogliono soluzioni equilibrate, democratiche. Abbiamo fatto questa forzatura alla democrazia, perchè altrimenti nessuno ci avrebbe considerato", ha detto Mariano Ferro, uno dei leader del movimento dei Forconi. "Chiediamo scusa a tutti gli italiani che hanno dovuto subire disagi, ma non potevamo fare altrimenti", ha aggiunto. E rivolto al ministro dell'Interno: "Siamo d'accordo con Alfano quando dice 'pugno duro contro i teppisti'. Ma non c'è arrivata nessuna richiesta di dialogo: comincio a sospettare che questo Governo non abbia soluzioni". Nato in Sicilia nel gennaio 2012 come protesta di autotrasportatori e agricoltori, il movimento ha visto unirsi venditori ambulanti, precari, studenti, disoccupati, immigrati ma non sembra essere riuscito a farsi comprendere dalle masse: secondo un sondaggio di Agorà (Rai 3), il 79% degli italiani non ha capito le ragioni della protesta. Oggi il sottosegretario all'Interno Filippo Bubbico, rispondendo ad una interpellanza urgente, ha chiarito che finora sono state arrestate cinque persone, mentre circa sessanta sono state denunciate a piede libero per vari reati e molte altre sono state identificate. E i blocchi messi in atto in queste ore dai forconi - avvertono aziende e associazioni imprenditoriali - mettono a rischio il panettone sulle tavole natalizie degli italiani: le proteste, infatti, hanno notevolmente rallentato le consegne ai dettaglianti, mentre la chiusura forzata di molti negozi e centri commerciali hanno frenato i tradizionali acquisti delle famiglie per le festività. Sul movimento e sulle ripercussioni delle proteste, arrivano commenti da politici, esponenti del governo, sindacalisti. Per il ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio, le violenze non sono tollerabili "specialmente perché la violenza colpisce poi in maniera molto più forte le persone più deboli. Non i ministri, cioè, ma poliziotti, commercianti e passanti". Per il ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, invece, alla base di alcuni episodi di intolleranza registrati nelle manifestazioni del movimento dei Forconi c'è anche "il disagio dovuto alla crisi economica". Il ministro della Coesione Territoriale, Carlo Trigilia, poi, è preoccupato che ''qualcuno soffi ad arte sul fuoco della violenza per creare una situazione di instabilità che andrebbe a svantaggio di tutto il Paese''. "C'è uno stacco notevole'' tra la politica e la gente e invece ''i problemi di fondo vanno affrontati con concretezza'', osserva l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia. Secondo Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, non è un caso che la protesta dei forconi sia esplosa con più forza proprio a Torino: "Il capoluogo piemontese è diventato una delle città con i livelli di povertà più alti d'Italia", fa notare.