porti e logistica

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Porti italiani vecchi, con spazi non sempre disponibili per le nuove esigenze del mercato. Giudizio molto secco quello dell'ammiraglio Felicio Angrisano, comandante nazionale dell'autorità marittima, e negli ultimi anni in servizio a Genova che avrebbe dovuto lasciare proprio il giorno del crollo della torre Piloti. L'ammiraglio ha parlato alla commissione Trasporti del Senato nell'ambito delle audizioni per la riforma della legge sui porti, la 84/94.

"Tra il 2014  e il 2015 - spiega - solcheranno i nostri mari circa 240 portacontainer di ultima generazione, da 1800 teus (n.d.r unità di musura dei container da 20 piedi) con lunghezza superiore ai 370 metri e pescaggio di oltre 16 metri. Caratteristiche che richiedono adeguati parametri portuali non rinvenibili negli attuali porti nazionali se non a Trieste e a Gioia Tauro, quest'ultimo principale porto di transhipmente (n.d.r non di destinazione delle merci ma di passaggio da navi più grandi e navi più piccole per ripartire verso altri scali)".

L'ammiraglio Angrisano parla anche di "strutture di banchina difficilmente in grado di essere attrezzate con gru di ultima generazione". Inoltre spiega che le manovre in porto delle grandi navi sono rese più complesse dal fatto che vengono realizzati riempimenti per poter smaltire in vache di colmata, appunto, materiale di dragaggio "vanificando il progetto generale di sviluppo".

Sulla riforma della legge, nello specifico, l'ammiraglio contesta l'ipotesi di una unica regia sostenendo invece l'importante ruolo di coordinamento tra autorità marittima e autorità portuale come soggetti fondamentali della vita portuale.

Importante anche una piattaforma logistica digitale in fase di studio e seguendo tre parole d'ordine: "tempo, affidabilità e sicurezza".