"Il timoniere ritardò la manovra di 13 secondi ma l'impatto ci sarebbe stato ugualmente": così l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, a capo dei periti del gip che nel 2012 eseguirono l'incidente probatorio sulla Costa Concordia, ha anche risposto al primo dei tre quesiti posti in aula dai giudici di Grosseto alla ripresa, stamani, del processo che vede imputato Francesco Schettino. Il collegio ha proposto tre domande precise ai periti: quanto incise nel naufragio della Costa Concordia l'errore del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin nell'esecuzione dell'ordine di Schettino vicino al Giglio; quanto incise l'avaria ai generatori di emergenza sugli altri apparati della nave (timoni, ecc.); come funzionarono le pompe di emergenza e le porte stagne. Il presidente Giovanni Puliatti ha specificato che non si tratta di ripercorrere l'intero incidente probatorio ma di avviare la discussione in aula tra le parti su questi punti.
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