
"Il nuovo codice impone di avere tutti i soldi necessari per i lavori, il che significa che in alcuni casi bisognerebbe anticipare anche 20 o 30 mila euro a famiglia. Una cosa impossibile, soprattutto in un momento di crisi", spiega D'Angelo. Risultato: i lavori si sono semplicemente fermati.
"Un problema per i condomìni, ma un dramma per le aziende edili", dice D'Angelo, che ricorda come il 60% dell'edilizia sia legato proprio ai lavori di ristrutturazione dei caseggiati. "Restano i lavori ordinari, sui quali non si applica la nuova regola, ma si tratta di cifre marginali rispetto all'intero settore".
Da ANACI Genova anche un appello ai sindacati edili, "perché si uniscano alla battaglia lanciata dagli amministratori e dalle associazioni dei costruttori edili per modificare la normativa".
IL COMMENTO
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