Gli hackers attaccano il sito di Beppe Grillo e inquinano le Quirinarie e il leader del M5S le annulla. Il web anti-Grillo ansioso di ridicolizzare il movimento si scatena: al posto delle Quirinarie useranno l’applausometro, twitta per esempio Maurizio Belpietro.
E’ l’ennesima dimostrazione di come l’establishment politico e il brodo culturale in cui ribolle sia terrorizzato da qualunque iniziativa sappia di novità. Ammesso che un tentativo abbozzato di democrazia diretta possa essere considerato una novità.
Mentre il Movimento lancia segnali, dalla richiesta di mettere le commissioni in moto in ogni caso, alle Quirinarie che almeno anche se un po’ confusamente sentono la temperatura degli italiani, la politica risponde con goffi movimenti che si distinguono per antichità.
Il caso Renzi, cioè l’esclusione del sindaco di Firenze dal drappello di Grandi elettori del presidente della Repubblica è l’ultima riprova. Tutto è stato fatto come sempre, nel binario della tradizione.
Ogni scatto di nuovo sta diventando una spina del fianco di chi spera ancora, a Roma e nella periferia dell’impero, di difendere la Fortezza Bastiani, senza rendersi conto che i muri di difesa sono già sbriciolati.
politica
Grillo, gli hackers e i vecchi della Fortezza Bastiani
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