Il robot costruito in Italia che cresce e impara come un bambino adesso ha una pelle che, come quella umana, funziona come un vero e proprio organo di senso.Il piccolo iCub nato nell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) a Genova ha fatto così un nuovo passo in avanti nella sua capacità di esplorare il mondo. Lo ha detto uno dei suoi "papà", Giulio Sandini, dell'Iit, nel convegno sulle Nanoscienze organizzato oggi a Roma, presso l'università Sapienza, dalla Fondazione Veronesi per il progresso delle scienze.
"Adesso iCub ha una pelle artificiale che dà la sensazione del tatto", ha detto Sandini. La pelle può essere colorata e finora ne sono state sperimentate più versioni: in bianco, nero, rosso, giallo e blu. "Non c'é una regola: abbiamo scelto il colore del robot come si sceglierebbe la carrozzeria di un'automobile".
Questo è solo il primo passo: sempre in Italia, l'Iit sta esplorando in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) la possibilità di dare a iCub una pelle del tutto innovativa: "sarà basata su un'elettronica flessibile, che permetta di installare dei transistor in un materiale flessibile". Il progetto è appena agli inizi e per dare al robot la sua nuova pelle hi-tech saranno necessari cinque o sei anni.
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