Politica

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Un tempo chi si occupava di politica nazionale a luglio tirava un sospiro di sollievo: tutti in ferie, ci si rivede a settembre. Camere chiuse, lavori sospesi, emendamenti e disegni di legge rimessi nei cassetti in attesa del rientro. Certo, poteva capitare qualche governo balneare o qualche rimpasto da bagnasciuga, ma erano cose di poco conto rispetto a quello che succedeva a Roma nel resto dell’anno. Oggi le cose sono diverse. Che differenza c’è tra giugno, per dire, e agosto? Che fine hanno fatto i parlamentari liguri? Intendiamo: che fine hanno fatto da quando sono stati eletti? Non ci sono a Ferragosto, ma non si nota la differenza perché non c’erano nemmeno prima. Non si sentono, non parlano, non si battono per la loro regione (o almeno non sembra).

Qualche esempio? Che fine ha fatto Michele Scandroglio, coordinatore ligure del Pdl e deputato? Si è parlato di lui non per le cose che ha fatto a Roma, ma per le polemiche dei suoi compagni di partito a margine della festa regionale Pdl. Beghe interne, e poca ciccia. Claudio Scajola? Ministro per due volte, parlamentare da decenni, appena ha perso il posto nel Governo Berlusconi è scomparso. Si parla di lui nelle pagine giudiziarie e nulla più. Roberto Cassinelli, deputato Pdl? Dei ladri gli sono entrati in casa, e così ci siamo ricordati che esiste.

Roberta Pinotti, senatrice Pd? Da quando è stata sconfitta alle Primarie si sente pochissimo. E’ praticamente scomparsa anche da Twitter, dove imperversava quando dava battaglia a Doria e Vincenzi. Peggio ancora Sabina Rossa, prima senatrice e poi deputata, parlamentare da 6 anni. La sua pagina di wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Sabina_Rossa) riporta biografia e addirittura filmografia; niente sulle sue iniziative parlamentari. Sandro Biasotti? Avrà inventato un nuovo gusto di gelato nel suo locale di Albaro, molto “à la page”: e non si dica che non si fa nulla per l’immagine della Liguria! Non è meglio la Lega Nord: a detta dei suoi concittadini Giacomo Chiappori, di Diano Marina, è un ottimo sindaco. Se ne sente parlare meno come deputato. Sapevate di avere un senatore del Pdl che si chiama Gabriele Boscetto e un deputato Pd che si chiama Francesco Saverio Garofani? No? Neanche noi.

Si potrebbe andare avanti ancora a lungo, senza per forza scomodare i paracadutati Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita eletto in Liguria nel 2008 e finito nei guai per lo scandalo dei finanziamenti elettorali, l’ex ministro Giovanna Melandri, alla quinta legislatura, eletta alla Camera grazie ai voti dei liguri ma che è stata più volte in Kenya (i compagni storcevano il naso per i capodanni alla Briatore) che a Genova. Fiamma Nierenstein, giornalista e deputata Pdl eletta in Liguria? Desaparecida, ma a Genova pare che non l’abbiano proprio mai vista. E Roberto Castelli? Si, anche lui eletto in Liguria. Ma queste sono le brutture di una legge elettorale scandalosa di cui tutti i partiti (anche quelli che oggi la chiamano “Porcellum”) hanno approfittato a man bassa.

Come sempre ci sono le eccezioni: Mario Tullo, deputato Pd, si è sempre speso sui temi del lavoro, in particolare sulle questioni di Fincantieri e Ilva. Attento al territorio (e lo ha dimostrato con le sue iniziative parlamentari) anche Luigi Grillo, senatore Pdl e presidente della Commissione Lavori pubblici e Trasporti, che ha combattuto su ogni fronte per far partire i lavori per il terzo Valico e per rendere realtà il federalismo portuale. Eccezioni, purtroppo. Gli altri latitano. Ognuno avrà una scusa, ognuno dirà che ha fatto molto per la Liguria ma che noi non lo sappiamo perché siamo disattenti e anche un po’ antipolitici. Forse è colpa del caldo, o forse è colpa di una classe politica che si sceglie gli eletti e poi dà in mano il Governo del Paese ai tecnici rinunciando alle sue responsabilità (ma non all’incarico). Tragicamente assenti, in una regione in affanno che sempre di più avrebbe bisogno di politici forti, competenti e combattivi. Non di parlamentari balneari 12 mesi all’anno.