Alla fine il Governo ha fatto marcia indietro: nessuna chiusura d’ufficio per gli ospedali sotto i 120 posti letto, come prevedeva invece la prima bozza di spending review. E così gli ospedali di Bordighera, Cairo, Rapallo, Pontedecimo e Sestri Ponente tirano un sospiro di sollievo. “Non può essere lo Stato a decidere dove tagliare”, spiega il ministro Balduzzi. Parole che non bastano a tranquillizzare i vertici della sanità ligure, già pronti a un taglio di 30 milioni solo nel 2012, forse di più l’anno prossimo. Insomma, se il Governo non impone chiusure, i liguri dovranno comunque fare sacrifici. Dove trovare i soldi? Intanto con un’ulteriore diminuzione dei posti letto, concentrata sul trasferimento delle prestazioni da day surgery e day hospital in ambulatoriali, quindi a pagamento.
Proprio sui ticket potrebbe arrivare la nuova stangata, con l’abbassamento della soglia di reddito per l’esenzione. Ci sono la riduzione della spesa farmaceutica, e poi ci sono le chiusure e gli accorpamenti: da quelli dei primariati, che vanno avanti (con qualche eccezione), a quelli dei 118 e dei reparti d’urgenza, che però trovano l’opposizione durissima dei Comuni. Ognuno vuole difendere il suo ospedale, anche se conta 70 posti letto o fa un pugno di urgenze al giorno. Martedì prossimo ci sarà una riunione dei consiglieri del centrosinistra.
E speriamo che nelle cose da tagliare finiscano anche gli sprechi: dai reparti costruiti e mai inaugurati alle sale operatorie nuove usate come magazzino fino a interi piani di ospedale costruiti e subito murati. Scherzi costati milioni e milioni di euro, che in un momento così difficile suonano ancora più beffardi.
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