Cronaca

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“Scusi, se vuole tenere le gambe larghe metto le mie in mezzo”. Non è una frase pronunciata in un film di Tinto Brass ma a bordo di uno squallidissimo treno regionale ligure. Nel gergo dei pendolari viene chiamata “loaker” quella tipologia di convoglio quasi lillipuziana per le dimensioni ridottissime che ricordano una pubblicità dei biscotti, con gli gnomi e, appunto, un trenino. Peccato che là fosse fantasia e qui la cruda realtà. Le facce deformate da una luce gialla, con pareti canarino e verdine che neanche fosse un ospedale, (persino la Bellucci sembrerebbe un mostro), ma lasciamo stare. Il vero problema sono gli spazi: sembra di essere a bordo del Bruco mela, peccato che si parla di adulti che tornano dal lavoro, e non di spensierati bambini.

Ti trovi a contatto con estranei in modo imbarazzante e devi necessariamente incastrare le tue gambe con quelle di chi siede di fronte a te perchè ovviamente le carrozze sono pochissime rispetto ai pendolari e quindi se non vuoi stare in piedi ti devi accontentare di quei pochi centimetri, ginocchio contro ginocchio, concordando a tavolino, prima di partire, la posizione: “Se lei le tiene aperte io le metto accavallate in mezzo” oppure “le tenga pure lì che io le metto al lato, nel corridoio (sempre di gambe parliamo) e poi quando la gente scende le sposto perchè se no non passa”.

E' un po' imbarazzante, ve lo assicuro, a meno che non vogliate approfittarne per qualche tresca, ma è solo “fantapendolarismo”! La morale? Trenitalia, lo Stato, chiunque governa e governerà il trasporto pubblico, potrà sempre permettersi di infischiarsene dei pendolari perchè i pendolari non avranno mai un'alternativa a prendere il treno, perchè non potranno mai permettersi viaggi in auto, ben più costosi, per non parlare del posteggio in città ecc. ecc.

Elisabetta Biancalani