Cronaca

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Tra la sala rossa e la buvette, tra consiglieri e assessori dall’aria svogliata di studenti alla fine della scuola, i brividi a Tursi corrono sulle parole d’inchiostro dei giornali che denunciano la cattiva pratica del “gettone facile”. I precari dell’ AMIU  espongono uno striscione nella sala del consiglio che mette il dito nella piaga “un vostro minuto vale cento euro” volano parole grosse tra loro e qualche consigliere.
 

Ma stiamo veramente parlando di una novità? Nessuno si era mai accorto della cattiva pratica di cui sono accusati Praticò e gli altri? “Sono stata invitata a non parlarne o parlare d’altro, intimidita se vogliamo” Manuela Cappello consigliere comunale del gruppo misto, anima ribelle della sala rossa lo sussurra in un respiro, poi si sfoga: “ci sono quelli finiti ora nel mirino dei giornali ma capita spesso che una commissione comincia con 35 persone e finisca in 5 o 6. C’è chi si ferma mezz’ora, chi un’ora anche due ore ma il punto non cambia, se vuoi essere corretto devi seguire una pratica sempre, capirla. Ci vuole rispetto per la cittadinanza e per i colleghi che lavorano“.


E poi aggiunge: “Ci sono tanti modi per disincentivare il fenomeno, delle tessere elettroniche che permettano di contare il tempo effettivamente trascorso in commissione quantificando su questa base il valore economico del gettone, ma non si è mai voluto approfondire”. Infine, aggiunge sconsolata: “Quello che mi colpisce oggi è che in consiglio comunale si parli di scandalo e ci si domandi chi ha parlato e non su un fenomeno che interroga direttamente ciascun consigliere e dei comportamenti assolutamente da condannare”.