
"Bisogna essere onesti – dice Abate – non sarei riuscito a correre in 7.53, la medaglia era solo un sogno. La realtà invece è questa finale mondiale, che considero un grande risultato, ed è figlia dei cambiamenti di quest’ultima stagione. Tecnicamente, i sette passi in avvio invece di otto, particolare che forse mi toglie qualcosa da un punto di vista cronometrico, ma che mi permette di entrare con maggiore energia sul primo ostacolo (modifica impostata da quest’anno anche da Liu Xiang, ndr); e poi, soprattutto, il fatto che adesso il mio allenatore Pietro Astengo (in passato coach di Ezio Madonia) riesca a dedicarsi con maggior tempo al mio allenamento, visto che è andato in pensione”.
IL COMMENTO
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