Cronaca

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Sarà effettuata stamani ad Arzachena l'autopsia sulla salma di Michele Arnulfo, il quindicenne genovese deceduto in circostanze ancora da chiarire ieri alle 16 sulla spiaggia di Cala di Volpe, in Costa Smeralda, in Sardegna. Il giovane, brillante studente del liceo classico D'Oria, il più rinomato della città, e promettente ala destra della squadra under di rugby del Cus Genova, aveva la passione delle immersioni. Insieme ai cugini e ad alcuni amici a bordo di un tender aveva lasciato lo yacht di un imprenditore padovano per effettuare alcune immersioni. Con sè i ragazzi avevano un coltello da sub e una fiocina. Il ragazzo si è tuffato in un punto dove il fondale è di 7 metri. Quando è riemerso presentava una ferita al ventre lunga circa un centimetro. Sto bene, tranquilli ha rassicurato gli amici. Poco dopo ha avuto una crisi, con ogni probabilità uno choc anafilattico. Poco dopo, portato a riva, è morto. Si ipotizza il giovane sia stato ferito da un pesce velenoso, o dall'aculeo di una tracina o da una razza, entrambi urticanti. La magistratura di Tempio Pausania ha aperto un'inchiesta, affidando le indagini ai carabinieri della Compagnia di Olbia. I militari hanno sequestrato, a titolo cautelativo dico, il coltello e la fiocina che secondo le testimonianze non sono mai state usate ed hanno sondato con l'aiuto dei sommozzatori il fondale della zona della tragedia non trovando nulla. La ferita, in ogni caso, non sarebbe compatibile con quelle provocate da un'arma da taglio. Michele Arnulfo era figlio di un ex campione di rugby, Graziano, pure lui stella nel Cus Genova insieme ai fratelli Flavio e Lucio. La vittima abitava nel quartiere residenziale di Albaro col papà, la mamma Stella ed il fratello Guglielmo, in via Pisa. Sgomento in città stamani per la morte prematura e per ora inspiegabile del ragazzo. (Agi)