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Il messaggio social di Honest, cresciuto in rossoblù e passato all’Atalanta nella scorsa estate: domenica partendo dalla panchina il difensore è stato il primo ad abbracciare Hien dopo il gol al Ferraris
1 minuto e 46 secondi di lettura
di Carlo Danani
Ahanor e Hien esultano dopo il gol della vittoria atalantina

Domenica 21 dicembre: giornata speciale per Honest Ahanor, che entra per la prima volta da avversario in quello che è sempre stato il suo stadio. Lui, cresciuto nella cantera rossoblù e approdato a Bergamo nel mercato estivo per una cifra record, se rapportata alla sua età: 17 milioni più 4 di bonus per il trasferimento a titolo definitivo del classe 2008.

Non è la prima volta che Honest incontra il Genoa. Quella l’ha vissuta di recente, il 3 dicembre nella sfida di Coppa Italia. Realizzando addirittura il gol del definitivo 4-0 con cui la Dea ha eliminato il Grifone. Tutto passa sotto traccia, non c’è esultanza: quella rete aggiunge qualcosa soltanto alle statistiche.

Quella corsa da velocista con la giacca a vento

Domenica, poi, ecco una gara che Ahanor vive interamente in panchina. Spiccioli di partita, siamo 0-0, manca pochissimo al termine del tempo di recupero quando Hien colpisce il pallone che scatena la festa bergamasca, consegnando all’Atalanta una vittoria probabilmente insperata. Ferraris in silenzio, tranne che nel settore ospiti. Hien corre verso i suoi tifosi a festeggiare, inseguito dai compagni di squadra. Ce n’è uno che corre più veloce di tutti, nonostante abbia addosso la giacca a vento di chi era in panchina.

In molti sgranano gli occhi, increduli: “Ma quello è Ahanor!? E’ proprio lui”. Cioè il ragazzo cresciuto nel Genoa, che fino alla scorsa estate ha sempre e solo vestito il rossoblù.

“Non volevo mancare di rispetto”

A distanza di qualche ora da quella corsa sfrenata, ecco spuntare via social il messaggio del ragazzo:  “Preso dal momento intenso di una partita così difficile – scrive il difensore - mi sono lasciato andare in una esultanza che mai e poi mai voleva essere una mancanza di rispetto”. Il messaggio prosegue: “Vorrei scusarmi pubblicamente con chi ha percepito tutto questo come un affronto. Non dimentico e porto con me la gratitudine nei confronti di una tifoseria, di una società e di una città che mi ha permesso di essere ciò che sono oggi”.

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