"Su Ex Ilva siamo fortemente preoccupati perché se è vero che le iniziative di lotta che abbiamo messo in campo, in particolare su Genova, hanno ridotto il fatto che venisse chiusa la zincatura, non è che abbiamo costruito le condizioni per il rilancio del settore siderurgico. Siamo ancora nelle condizioni in cui le difficoltà ci sono tutte. In alcune realtà come quella di Genova abbiamo impedito il fermo produttivo di un reparto, ma di fatto c'è stata una riduzione delle attività". Lo ha detto Ferdinando Uliano, segretario nazionale di Fim Cisl, a margine del consiglio generale della Liguria.

"Da una situazione in cui dovremmo ragionare nella ripartenza degli altiforni ci troviamo in uno stato in cui si sono ridotte le attività. Ad oggi siamo passati da 3.200 lavoratori in cassa integrazione nel gruppo ad averne 6.000 dentro quello che veniva chiamato il "ciclo corto". Noi stiamo ancora attendendo la convocazione perché quello che abbiamo intravisto in questo atteggiamento da parte del governo è più un portarci verso una lenta morte degli impianti anziché una strategia di rilancio."
"Un incontro che per noi deve essere fatto a Palazzo Chigi perché ci vuole la massima responsabilità. La considerazione che facciamo è che se non si sono palesati soggetti industriali a due anni, bisogna prendere atto che il governo deve fare la parte principale in questo progetto di rilancio. Siccome questo è un settore strategico diventa importante che ci sia questo atteggiamento e poi aggregare in un secondo momento i vari soggetti industriali. Il governo dovrebbe avere un ruolo di responsabilità nel governare il processo industriale - conclude Uliano - perché non vorremmo tornare all'epoca di Mittal, dove avevamo una situazione in cui lo Stato tirava fuori i soldi e Mittal disponeva, con la situazione in cui poi ci siamo trovati".
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