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Andrea Mancini ds, poi un futuro tutto da disegnare dopo la retrocessione in C: tra i profili seguiti per la panchina anche Caserta e Andreoletti, serve un direttore generale
2 minuti e 46 secondi di lettura
di Marco Bisacchi

Niente si muove ma qualcosa, sotto traccia, forse si sta già muovendo. Nell'ora più buia della storia della Sampdoria - retrocessa in Serie C solo pochi giorni fa dopo il pareggio con la Juve Stabia a Castellamare - i blucerchiati hanno proseguito ad allenarsi negli ultimi giorni (allenamenti sostanzialmente inutili in cui nei giorni scorsi è andata in scena anche una contestazione abbastanza prevedibile da parte di un gruppo di tifosi) a Bogliasco ma si iniziano a delineare quelli che potranno essere i prossimi scenari tecnici per la stagione alle porte.

La certezza Andrea Mancini

La Sampdoria dovrà ripartire dalla Serie C e dovrà affidarsi a un allenatore che conosce bene la categoria per provare a ritrovare la categoria perduta. In attesa di avere le idee più chiare dalla società col presidente Matteo Manfredi che negli ultimi giorni è stato lontano da Bogliasco (unica sortita ufficiale il comunicato generico e impersonale di qualche giorno fa, con le scuse ai tifosi per un risultato così negativo), una delle poche certezze è che la Sampdoria ripartirà da Andrea Mancini come direttore sportivo. Non è neppure da escludere che alcuni rappresentanti dello staff "manciniano" - come Attilio Lombardo e Gianni Invernizzi (quest'ultimo era comunque già in società come club manager sino a poche settimane fa) - possano avere ancora un ruolo nel comparto tecnico. 

Chi sarà l'uomo giusto

E allora chi potrà essere il prossimo allenatore della Sampdoria? Uno dei nomi caldi è quello di Nicola Antonio Calabro, che l'anno scorso ha portato la Carrarese dalla C alla B e che quest'anno ha condotto un ottimo campionato tra i cadetti, peraltro togliendosi anche la soddisfazione di battere la stessa Sampdoria poche settimane fa. Un allenatore giovane - di 48 anni - che avrebbe le caratteristiche ideali, sia per un gioco che bada al sodo sia per carisma personale, per prendere in mano la patata bollente e provare a rispondere alle aspettative (da anni deluse) della piazza. Ci sono comunque altri profili che vengono seguiti con attenzione: Guido Pagliuca che sta facendo benissimo alla Juve Stabia (ieri la vittoria col Palermo, i campani sono in semifinale play off), Davide Possanzini che ha un passato da calciatore nei blucerchiati e che ha portato in B e salvato l'anno successivo il Mantova (allenatore più giochista, anche molto coraggioso e spregiudicato scuola De Zerbi) e ancora Fabio Caserta oggi al Catanzaro (anche lui in semifinale play off) nonché Matteo Andreolotti, enfant prodige di 36 anni che ha appena riportato il Padova in Serie B. 

Serve un direttore generale

Altra questione aperta - e non di secondo piano - quella della rivoluzione societaria. La stagione appena conclusa ha messo in evidenza un grave errore su tutti, al di là dei limiti evidenti della gestione dell'ormai ex ds Accardi (scelta avvallata, va ricordato sempre, da un Manfredi ugualmente responsabile del disastro sportivo): serve una figura di direttore generale che abbia esperienza nel calcio e che conosca la categoria. Due nomi già presi in considerazione negli ultimi mesi, come Angelozzi e Pierpaolo Marino, potrebbero tornare d'attualità. In ogni caso, questo è il momento delle scelte. Da ponderare con attenzione, perché la Sampdoria - dopo un fallimento sportivo senza precedenti - ora non può più permettersi passi falsi.

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