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GENOVA – Il braccio di ferro tra l'ex proprietario dello Spezia Gabriele Volpi e il presidente del Verona Maurizio Setti sta portando a sviluppi potenzialmente clamorosi: è di oggi la notizia di un sequestro preventivo di quote di società riconducibili a Setti disposto dalla Procura di Bologna che sta indagando sulla vicenda. A quanto risulta da una prima verifica tale sequestro non coinvolgerebbe direttamente l'Hellas Verona, società di calcio che milita nel campionato di serie A, ma la Star Ball, società della galassia del patron veronese che però detiene le quote della squadra di calcio

La questione legale è parte di una disputa tra i gruppi societari dei due imprenditori: due società riconducibili a Setti, la HV7 e la H23, sono state infatti dichiarate fallite su richiesta del Gruppo Volpi, che risultava l'unico creditore delle due aziende. Tuttavia le proclamazioni di fallimento sono state successivamente revocate dalla Corte d'Appello di Bologna e, nel caso di HV7, anche confermata dalla Corte di Cassazione. Secondo le informazioni Setti avrebbe spostato la proprietà dell'Hellas da H23 a Star Ball senza pagare quanto dovuto: l'accusa specifica che il presidente avrebbe dunque simulato la vendita all'interno del suo stesso gruppo, fatto che sarebbe emerso nell'indagine avviata a seguito di un esposto presentato da Gabriele Volpi.

La Procura del capoluogo emiliano ha dunque deciso di sequestrare le partecipazioni azionarie di Star Ball per evitare eventuali problemi legali futuri legati a un possibile fallimento di H23. La Procura avrebbe agito sulla base di informazioni preoccupanti, diffuse dai media, riguardo a una possibile vendita delle azioni dell'Hellas Verona da parte della Star Ball: il club veneto, però, ritiene queste voci di stampa “destituite di ogni fondamento”.

L'Hellas, club guidato da Maurizio Setti, in una nota si dice “fiducioso di poter dimostrare la correttezza delle proprie azioni e la mancanza di motivi validi per il sequestro”. I legali di Setti sono pronti a impugnare la decisione del sequestro preventivo.

Parallelamente, un'altra inchiesta chiamata "Cyrano", condotta dalla Procura di Reggio Emilia, coinvolge 26 persone, tra cui Maurizio Setti, accusate di una presunta frode fiscale da 10 milioni di euro. Nel contesto del Verona Calcio, questa indagine riguarda tre fatture emesse da una società terza quattro anni fa, con un valore totale di circa 50.000 euro.