
GENOVA - La cessione della Sampdoria alla coppia Radrizzani – Manfredi è messa a rischio dal muro contro muro con alcuni agenti dei calciatori: l'ultima proposta di definizione dei debiti è stata presentata nella giornata di ieri ma la risposta è stata ancora una volta negativa. Le posizioni dei procuratori che vantano un credito con la Samp restano dunque sospese.
Il tempo per trattare è davvero poco: la deadline per definire tutto l'accordo di ristrutturazione è fissata per la metà di giugno e non oltre. A spanne, una settimana scarsa. Senza un accordo definitivo non sussisterebbero (così come oggi ancora non sussistono) le condizioni per rispettare le indicazioni del Tribunale e potersi salvare. L'incubo di una ripartenza dalla serie D, dunque, non può ancora dirsi scongiurato.
Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi, quest'ultimo in particolare è molto impegnato sul piano operativo, hanno presentato un piano che è stato ritenuto il migliore possibile dal Consiglio di Amministrazione, apprezzato dal Tribunale e sottoscritto dalla maggioranza dei creditori. Ora il timore è che tutto l'impianto venga messo in seria discussione a causa della posizione oltranzista di pochi.
Difficile comprendere cosa muova gli agenti, i cui nomi non sono ancora filtrati: pensare a una soluzione diversa da quella presentata da Radrizzani e Manfredi è a questo punto molto difficile, visti i tempi strettissimi. Il rischio per loro è ritrovarsi titolari di un credito inesigibile, qualora la società fallisca. Per la Samp, questo è evidente, il rischio è ancora più grande: dire addio al proprio nome e al proprio simbolo per ripartire dal fondo del calcio. Un'ipotesi che va scongiurata a tutti i costi.
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