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L'economista Albisetti: "Potrebbero essere le banche creditrici ad intervenire per il prestito convertibile garantito. E dovrebbe essere Barnaba a spingere su questa opzione"
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La Samp si è ritrovata oggi a Bogliasco, dopo il ritiro in Turchia e le brevi vacanze di Natale. Alle porte c’è il primo impegno del 2023, il 4 gennaio alle 12,30 contro il Sassuolo a Reggio Emilia, dove Stankovic dovrà fare i conti con l’emergenza in attacco: Quagliarella out per almeno 40 giorni, Gabbiadini alle prese con un affaticamento muscolare, Pussetto convalescente, Caputo con tanta voglia di trasferirsi all’Empoli.

Ecco perché l’allenatore, in assenza di soluzioni di mercato, sta puntando tutto sul giovane Montevago, autore di una tripletta nell’ultima amichevole contro il Kaysar. Purtroppo non si può fare a meno di ricordare che la Samp ripartirà dal penultimo posto in classifica con appena 6 punti ed a 7 dal quart'ultimo posto occupato dallo Spezia.

Ma a tenere sulla corda la Sampdoria sono soprattutto le vicende societarie. Massimo Ferrero (attraverso il trustee Vidal) - come aveva ipotizzato da subito a Primocanale il consulente aziendale Roberto Albisetti - sta tentando di ottenere un prestito convertibile garantito dalle azioni del club blucerchiato. “Ma bisogna vedere – sottolinea Albisetti – quali sono le condizioni, ovvero prezzo e tempo di conversione, che Vidal pattuisce con il finanziatore, con il rischio di perdere la società entro il 2023 se mancasse il primo pagamento, destinato sicuramente a scattare dopo sei mesi dall’erogazione”.

A lato l’operazione con Merlyn Partners è arenata sulla non disponibilità di Alessandro Barnaba a riconoscere la buonuscita a Ferrero. E senza il via libera dell’azionista di maggioranza non può esserci l’aumento di capitale.

Esiste anche un terza via, sinora rimasta nell’ombra, per uscire dalla crisi societaria della Sampdoria. “Potrebbero essere le banche creditrici dei famosi 120 milioni (in larga parte garantiti dallo Stato) ad intervenire – spiega Roberto Albisetti - con un prestito convertibile garantito. Così anticiperebbero la prima fase della ristrutturazione del debito (detta turnaround. n.d.r.) ma non credo che questa soluzione sia proponibile da parte di Ferrero. Dovrebbe essere Barnaba – conclude Albisetti - a lanciarsi in quella direzione, dando alle banche la tranquillità di avere un compratore in pectore delle azioni. In tutto questo il CdA non sarebbe un protagonista ma un facilitatore dell’operazione”.