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Campionato in salita, dentro e fuori dal campo: sabato alle 18 il derby ligure al "Picco" con lo Spezia
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Sei partite disputate, appena due punti raccolti, quattro sconfitte, due pareggi, nessuna vittoria, undici gol subiti, solo tre realizzati e ben sei legni colpiti. Sono questi i numeri della Sampdoria all’inizio di una delle stagioni più travagliate della sua storia, tra cessione societaria in stallo, torti arbitrali (almeno tre) e prospettive nebulose.

Persino un tifoso tanto vip quando viscerale come Dado Tedeschi ha alzato la voce sui social: “Stiamo scomparendo nell’indifferenza”, ha tuonato. Forse si tratta di un’iperbole, di una lettura esasperata della situazione, visto che il campionato è appena all’inizio e soprattutto a novembre scatterà la lunga sosta, utile a riordinare le idee, ma è indubbio che la Sampdoria, sia dentro che fuori dal campo, non se la stia passando bene.

E sabato alle 18 al “Picco” c’è un derby ligure con lo Spezia che non vale soltanto la supremazia regionale, ma anche un pezzo di sopravvivenza.

La sfida con il Milan ha vissuto per la Samp dei soliti alti e bassi: male all’inizio, con il devastante Leao a farla da padrone e Messias a portare in vantaggio i rossoneri con irrisoria facilità. Poi, la reazione all’inizio della ripresa, con l’espulsione sacrosanta dello stesso Leao ed il pareggio svettante di Djuricic, che aveva colpito anche una traversa nella prima frazione.

Ma qui la squadra di Giampaolo anziché accelerare, osare, rischiare si è rintanata, palesando i costati difetti di personalità, coraggio e gestione della gara. Così il Milan sornione ne ha approfittato, sfiorando il gol con Theo Hernandez (miracolo Audero) e poi sfruttando l’ingenuità di Villar sul calcio di rigore trasformato da Giroud.

Il finale incandescente con il presunto rigore non concesso a Sabiri e la triplice occasione – Gabbiadini, Verre, Gabbiadini – ha sancito anche il periodo poco fortunato dei blucerchiati, che hanno colpito addirittura sei legni dal 13 agosto ad oggi.

Ma la sorte va aiutata, incoraggiata, per evitare che subentri la sindrome da stagione disgraziata e segnata da un destino avverso ed ineluttabile.