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Torna di moda per il Genoa il nome di Marco Benassi, centrocampista della Fiorentina che quest'anno sta trovando poco spazio nelle gerarchie di Vincenzo Italiano. Secondo il portale toscano FirenzeViola.it, l'ex Torino e Hellas Verona dovrebbe essere schierato nella sfida che vedrà la Fiorentina affrontare il Benevento per i sedicesimi di Coppa Italia, ma a gennaio potrebbe cambiare casacca.

Il Genoa, che a gennaio dovrà darsi da fare sul mercato per cercare di risollevarsi, sarebbe interessato a Benassi per rinforzare il proprio centrocampo. Il giocatore ha buone qualità tecniche e conosce già il campionato italiano. Per l'attacco dopo Yarmolenko è spuntato il nome di un altro ucraino, quello di Roman Yaremchuk, attualmente in forza al Benfica. 

Nel frattempo il Grifone è atteso questa sera dallo scontro di Coppa Italia contro la Salernitana, un'occasione per trovare la prima vittoria tra le mura del Luigi Ferraris.

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Non riesce allo Spezia un altro miracolo a Roma. La squadra di Motta torna sconfitta 2-0 dall'Olimpico e, complici i risultati delle concorrenti, resta in una posizione complicata. I bianchi non sono neppure riusciti a entrare in partita, perché i giallorossi - obbligati a vincere dopo gli ultimi risultati negativi - sono passati in vantaggio al 6', con Smalling che corregge in rete un colpo di testa di Abraham. La reazione spezzina si esaurisce in un tentativo di Reca, su cui respinge Rui Patricio, mentre nel finale di tempo ancora Abraham colpisce una traversa. Dopo l'intervallo, ancora su angolo e ancora di testa, raddoppia Ibanez. Il gol accorciadistanze di Manaj viene cancellato dal VAR.

Adesso all'orizzonte dello Spezia ci sono l'impegno di Coppa Italia col Lecce, giovedì alle 18 al Picco, e la gara di campionato con l'Empoli ancora in casa, domenica alle 15. Quest'ultima partita è un passaggio da non sbagliare assolutamente, per non complicarsi ancor più la vita e magari frenare il fin qui formidabile campionato dei toscani di Andreazzoli. Motta vuole uno Spezia diverso da quello visto all'Olimpico: "Abbiamo preso gol evitabili e non siamo riusciti a renderci pericolosi". Ma il club delle Aquile deve guardarsi anche dal mercato: proprio la Roma vorrebbe portare in giallorosso Giulio Maggiore, forse fin da gennaio. Tuttavia il direttore sportivo romanista Thiago Pinto frena: "Non parlo di giocatori di altre squadre".

“Per noi la Sampdoria è storia chiusa, quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto nei tredici anni in cui è stata nostra". Così stasera Alessandro Garrone, in margine a un evento sportivo a Genova.

VOCI - Le parole dell’imprenditore genovese, esponente di rilievo della dinastia che controlla uno dei maggiori gruppi imprenditoriali italiani e che dal 2002 al 2014 ha guidato - prima con Riccardo e poi con il figlio Edoardo - la società blucerchiata, suonano a netta chiusura rispetto alle voci che, dall’arresto di Ferrero di lunedì 6 dicembre con pesanti accuse, girano in città. Queste voci vedrebbero infatti i Garrone-Mondini - autori il 12 giugno 2014 del più che controverso passaggio della Sampdoria nelle mani di un personaggio pittoresco, dalle risorse assai limitate e con qualche precedente non rassicurante - pronti a intervenire concretamente per chiudere questi otto anni tutt’altro che gloriosi.

CRONISTORIA - Da una parte ci si richiama alla dichiarazione resa a Primocanale da Edoardo Garrone, ex presidente della società, nella serata dell’11 giugno 2019: “Assicuro che la Samp non morirà, farò di tutto perché non succeda”. Molto amico di Vialli, Garrone si era speso per il buon esito della trattativa: il 2 settembre 2019, in margine a un evento benefico a Torino, ancora a Primocanale aveva detto “Io posso solo fare una raccomandazione a chi sta trattando la vendita e l'acquisto della Sampdoria: fate in fretta”. Il 14 settembre, sempre ai microfoni di Primocanale: “Io ho preso un impegno, a condizione che Ferrero e il Gruppo Vialli trovino la quadra, però la quadra la devono trovare loro non io che sono sostanzialmente spettatore di questa operazione”. I giorni corrono e il 1 ottobre, in margine al Flachi Day, Garrone afferma: “Sono ottimista sull’esito della trattativa e le garanzie fornite dalla mia famiglia sono sul tavolo da mesi, finalizzate a una conclusione positiva dell’operazione. Mi auguro che il gruppo di Vialli da una parte e il presidente Ferrero ne tengano conto, noi più di così non potevamo fare”. Ma il 7 ottobre la CalcioInvest si ritira dal negoziato e la San Quirico commenta in una nota: “Abbiamo cercato di facilitare la trattativa e per questa ragione San Quirico, da tempo, si era detta disponibile ad anticipare i bonus previsti al verificarsi di determinati obiettivi. Purtroppo, le parti non sono riuscite a trovare un accordo soddisfacente”.

SVOLTA - Ferrero, come emerge dagli atti dell’inchiesta di Paola, per indole in ogni trattativa gioca al rilancio sistematico per estenuare la controparte, spesso riuscendoci, e soprattutto mai si priverebbe della Sampdoria che gli dà ricchezza e notorietà. La convinzione popolare che i Garrone comunque porrebbero riparo a ogni rovescio di fatto corazza Ferrero di una sorta di immunità, rispetto a qualsiasi spericolatezza. Quindi l’ex presidente, per privare il successore anche solo dell'idea di avere una sponda automatica, corregge il tiro: il 17 febbraio precisa “La Sampdoria è ancora un grande amore di famiglia, ma solo come tifoso. Alcuni anni fa - dice al Corriere della Sera - abbiamo fatto una scelta e non cambiamo idea”. Lo scenario cambia il 28 luglio 2020, con la squadra ormai salvata da Ranieri e l’incontro in un ristorante della Foce tra Garrone e Ferrero, a chiarimento - si viene a sapere - di alcune prese di posizione vicendevoli e in funzione del futuro del club. L’evento provoca reazioni accese - specie sui social - da parte della tifoseria, ormai a maggioranza irreversibilmente in rotta con Ferrero dopo la mancata cessione a Vialli; e l’ex presidente, insultato e minacciato, preannuncia ricorso alle autorità competenti per eventuali atti ostili nei confronti suoi e della sua famiglia e decidendo, fa sapere, di non muovere più un dito per la Sampdoria. Questo in data 30 luglio 2020.

LINEA - Le laconiche parole di Alessandro Garrone, fratello di Edoardo e contitolare con la famiglia del gruppo energetico, sono quindi in linea con quelle di un anno fa dell’ex presidente, poche sere fa destinatario di una manifestazione di alcune decine di tifosi nei pressi della sua abitazione. Sullo sfondo, la partita ancora complessa e lunga sul destino della Sampdoria, una partita che vede in azione anche attori equivoci, come dimostra il tormentone del 4,76%, la quota anonima di Holding Max che nell’ultima votazione ha dato delega a Vanessa Ferrero ma dietro la quale a intervalli regolari alcuni sostengono esserci i precedenti proprietari, secondo un'interpretazione in linea con chi, tirando in ballo i predecessori, di fatto allenta aspettative, attenzioni e pressioni sull'attuale proprietà, facendone così il gioco o quel che del gioco resta: un equivoco che presto potrebbe essere chiarito, da un intervento della sola autorità titolata a superare la schermatura delle fiduciarie.

IPOTESI - Le vicissitudini giudiziarie di Ferrero, dal 6 dicembre a San Vittore, non depongono a favore di tempi rapidi in prospettiva cessione, un percorso tutt’altro che privo di ostacoli e rischi. Lo stallo dirigenziale potrebbe essere superato con la nomina di un presidente di rappresentanza senza poteri reali, corrispondente a una figura di presa fra i tifosi, mentre Alberto Bosco assumerebbe la carica di amministratore delegato e l’economista Gianni Panconi continuerebbe a seguire la parte relativa a finanza e rapporti con gli istituti di credito. Non è del tutto da escludere neppure il reintegro - che avrebbe del clamoroso, ma da parecchio alla Sampdoria clamoroso e ordinario coincidono - di Carlo Osti, alla vigilia di un mercato difficile e delicato, con la squadra certo rilanciata dal derby ma con 22 punti ancora da conquistare. Da questo scenario, l’ex presidente e la sua famiglia si chiamano comunque fuori.

 

GENOVA - Diciotto provvedimenti per un totale di 73 anni. Questo è il bilancio dei D.A.Spo che il Questore di Genova ha emesso ai danni di dieci tifosi genoani e otto sampdoriani, che ora non potranno accedere alle competizioni sportive per molto tempo.

La squalifica è scattata in seguito ad una serie di risse e aggressioni avvenute fuori da impianti sportivi ma riconducibili a motivazioni calcistiche.
Il 'casus belli' tra i due gruppi sarebbe stata l'aggressione di un tifoso sampdoriano l'8 settembre 2020, i cui responsabili sono stati successivamente individuati dalla Digos. A quest'aggressione sarebbero quindi seguite le due risse che hanno fatto scattare i provvedimenti: la prima il 12 settembre 2020 e la seconda il 24 marzo 2021.

A sei tifosi, recidivi, è stato imposto l'obbligo di firma convalidato dall’Autorità Giudiziaria, presso un Ufficio di Polizia o Comando dell’Arma dei Carabinieri. Tra loro quattro avranno l'obbligo di firmare per 10 anni e due per 9 in occasione di tutte le partite della loro squadra. Per gli altri dodici invece i provvedimenti variano da 1 a 2 anni.

Lo Spezia cambia modulo ma non risultato: in trasferta è sempre sconfitto, l'ultima vittoria lontano dal Picco resta quella ottenuta a Venezia nei secondi finali. All'Olimpico finisce 2-0 contro una Roma non eccezionale ma brava a sufficienza per superare gli aquilotti. Thiago Motta schiera un abbottonato 3-5-2 con diversi elementi adattati in ruoli non del tutto congeniali, ne esce una squadra poco equilibrata e scarsamente efficace. Ai giallorossi di Mourinho bastano due gol segnati da altrettanti difensori per chiudere la partita. 

Il primo tempo è soporifero (l'Olimpico quasi si addormenta, avvolto in un silenzio surreale), la ripresa è leggermente più brillante: gli aquilotti ci hanno provato con un minimo di insistenza solo nella fase finale della partita, senza però riuscire a battere Rui Patricio. La classifica resta pesantemente deficitaria, prossimo avversario per provare a muoverla il sorprendente Empoli di Andreazzoli. 

- LA CRONACA DELLA GARA - 

 6' ROMA IN VANTAGGIO: Smalling chiude di testa un cross partito sugli sviluppi di un calcio d'angolo. 1-0

14', lo Spezia prova a reagire, conquista un calcio d'angolo

16', Jacopo Sala infortunato deve abbandonare il campo: al suo posto in campo Kiwior 

26', numero di Abraham che di tacco serve Vina: il destro a giro è deviato da Provedel in angolo

35', buona incursione di Reca che scambia con Strelec e calcia di destro, Rui Patricio risponde

48', super occasione per la Roma, Abraham di testa colpisce la traversa

FINE PRIMO TEMPO

55', bello scambio Agudelo-Manaj, l'albanese conclude e Rui Patricio para a terra

56' RADDOPPIO DELLA ROMA: calcio d'angolo di Veretout, Ibanez è libero di colpire di testa e segna

62' Manaj trova il gol del 1-2 ma l'azione è viziata da evidente fuorigioco: ci pensa il Var ad annullare

79' tripla, gigantesca occasione per lo Spezia che non riesce a segnare: Manaj, comunque, era in fuorigioco

82, bel cross di Bastoni, Amian in mezzo all'area salta da solo di testa ma spedisce a lato

92', Felix segna il gol del 3-0 ma si aggiusta la palla con la mano: gol annullato e secondo giallo per lui. Espulso.