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Di fronte alle voci che circolano in queste ore su testate diverse dalla nostra, riguardo a un ruolo di Gabriele Volpi nell'attuale assetto proprietario della Sampdoria, lo stesso broker petrolifero ex proprietario dello Spezia si chiama fuori e smentisce tutto.

Con una nota ufficiale diffusa dal gruppo Volpi, si spiega infatti: "Non è esistita nel passato, né esiste alcuna contiguità od interesse di alcun genere tra il signor Gabriele Volpi ed il signor Massimo Ferrero; ciò anche con riferimento alle attività in ambito calcistico di quest’ultimo ed in particolare a Sampdoria Calcio; non esiste alcuna società riconducibile al signor Gabriele Volpi che possa avere avuto correlazioni o anche solo marginali coinvolgimenti con società, interessi, attività o iniziative direttamente o indirettamente riconducibili al signor Massimo Ferrero o a società allo stesso riferibili".

Chiaro il riferimento all'ormai famoso 4,76% del capitale della Holding Max, che controlla la Sport Spettacolo che a sua volta detiene la quasi totalità del capitale della Sampdoria. La HM ha due soci riconoscibili corrispondenti alle persone fisiche di Vanessa Ferrero (80% delle quote) e Giorgio Ferrero (15,24%), rispettivamente figlia e nipote dell'ex presidente. Il terzo titolare di quote con il 4,76% è una fiduciaria, ovvero un istituto finanziario che serve a schermare l'identità del titolare. Su quest'ultima identità si sono fatte, e si sono riaccese, molte illazioni finora prive di riscontro concreto, anche perché solo l'intervento della magistratura può far sì che il segreto venga meno. Infatti viene dato per probabile un imminente intervento in tale senso.

"Le puntualizzazioni - conclude infatti la nota del gruppo Volpi - sono meramente funzionali, atteso il contesto mediatico che si è ingenerato e la particolare attenzione che sta suscitando, ad evitare che sotto qualsiasi profilo possano ingenerarsi o essere anche solo indotte illazioni su inesistenti collegamenti".

Il mercato di Gennaio dista ancora circa tre settimane ma mai come quest'anno il Genoa ed i genoani lo attendono come i bambini aspettano Babbo Natale la notte della Vigilia. L'ultimo derby è stato perso malamente di fronte ad una Gradinata Nord ancora una volta commovente per attaccamento ai colori rossoblù; come aveva già denunciato Ballardini e come si è accorto poi il nuovo allenatore Shevchenko, alcuni giocatori non possono militare nella categoria del massimo campionato italiano, ecco allora che circolano si i nomi di chi potrebbe arrivare ma anche quelli che dovranno fare le valigie.

In primis ci sono Ekuban ed Hernani. Il primo è arrivato ad agosto ed ha trovato la titolarità solo in virtù degli infortuni di Caicedo, Destro e Kallon, e nonostante una buona velocità non ha dimostrato nessuna freddezza sotto porta: ciò che lascia increduli non è il fatto che non abbia ancora mai segnato, ma che non ci sia andato nemmeno vicino. Il secondo invece ha giocato sicuramente meno ma appare un lontanissimo cugino del buon giocatore visto a Parma: la pioggia di fischi strameritati all'uscita dal campo contro la Sampdoria lo escludono quasi sicuramente dalla rosa del post mercato.

C'è poi Caicedo che sarebbe un buonissimo attaccante - 1 gol in 5 spezzoni di partita - ma se si infortuna ogni due partite serve a poco. Oggetto misterioso è poi Galdames, utilizzato col contagocce anche perché in questa situazione è anche difficile per un giocatore crescere e abituarsi ad un ritmo nuovo. Difficile però pensare di poter piazzare certi elementi, la mossa migliore sarebbe comunque quella di non andare a rafforzare le concorrenti per la salvezza.

In entrata già si era fatto il nome di Yaremchuk, che ha un valore di mercato accessibile e conosce già Sheva dai tempi della Nazionale. Dal Milan potrebbero arrivare i vari Castillejo, Conti e Gabbia, che sono già pronti per la Serie A ma spesso soggetti ad infortuni. Rimane caldo anche il nome di Miranchuk che potrebbe essere liberato dall'Atalanta visto che gioca pochissimo.

Prima del mercato ci sarà da pensare alla trasferta di Roma contro la Lazio, un avversario che nelle ultime partite non ha lasciato scampo al Grifone. Il morale sotto ai tacchi del gruppo squadra non fa che mettere un ostacolo in più sulla strada del Genoa.

E' finita tra cori e sfottò, la magica notte del derby vinto nettamente dalla Sampdoria, che grazie al 3-1 rifilato al Genoa nel segno di Gabbiadini e Caputo si è portata a quota 18 in classifica, allontanandosi dal fondo e distaccando i cugini di otto lunghezze. Non era scontato che la squadra blucerchiata, pur superiore tecnicamente al Genoa, riuscisse così agevolmente nell'impresa di aggiudicarsi la stracittadina, al termine della settimana più brutta nella storia della Sampdoria, con l'arresto e poi le dimissioni del presidente Massimo Ferrero, che ha seguito la partita dalla sua cella di San Vittore.

D'Aversa è stato bravo a gestire la situazione e ha schierato una formazione con un centrocampo finalmente all'altezza, i giocatori sono stati ancora più bravi ad interpretare la gara ed i tifosi, tornati a riempire la Gradinata Sud, hanno dato la spinta e il calore necessari alla riuscita dell'apoteosi finale.

Il risultato non è mai stato in discussione e Audero non ha dovuto compiere nemmeno un intervento degno di nota, anche se Hernani aveva avuto la palla per riaprire il match ma l'aveva sprecata malamente. Tutto è bene per la Sampdoria ciò che finisce bene e il prossimo impegno, domenica 19 dicembre alle 18 al “Ferraris” contro il pur indomito Venezia, potrebbe rappresentare l'occasione per portarsi a quota 21, con una partita ancora da disputare, all'Olimpico con la Roma, prima del giro di boa.

Insomma, sul campo la Samp ha rialzato la testa, ben sapendo che fuori dal rettangolo verde si disputa una partita altrettanto importante, anzi di più, quella del futuro societario, nebuloso ed incerto, soltanto mascherato dalla bella vittoria nel derby. Lì la palla, quantomai scottante, sarà nelle mani di creditori, giudici e tribunali contro i quali super Gabbiadini – a proposito, anche il terzo gol al Genoa va riconosciuto a lui – nulla potrà fare, pur essendo entrato nella storia dei marcatori più prolifici della stracittadina, con gente del calibro di Baldini, Milito e Mancini.

La sfida tra Roma e Spezia, domani sera all'Olimpico in posticipo, è anche l'incontro per la prima volta da colleghi tra il maestro Mourinho e l'allievo Motta.
L'allenatore portoghese della Roma, che aveva cominciato come assistente di Bobby Robson prima al Porto e poi, dal 1996 al 2000, al Barcellona, aveva infatti incontrato il giovanissimo Motta che già emergeva nella "cantera" blaugrana: "La gente pensa che ho conosciuto Thiago nell’Inter del Triplete ma l’ho conosciuto bambino nel Barcellona. Mi mandavano ad allenare la primavera e lui era con noi. Ho un grande ricordo di lui. Io guardo i miei ex calciatori che ora hanno scelto la dura vita degli allenatori come Stankovic e Chivu e sono preoccupato per loro. In questo caso è diverso perchè siamo avversari. Prima della partita lo saluterò".

In casa Spezia tiene banco anche il caso Nzola. Non è la prima volta che il francoangolano incappa in una mancanza disciplinare e questa ricaduta avviene proprio mentre sembrava che gli inconvenienti fossero alle spalle. L'estate scorsa il giocatore, a scadenza 2023, voleva a tutti i costi andare al Besiktas Istanbul in prestito secco senza diritto di riscatto e la pista turca potrebbe riaprirsi nel prossimo mercato di gennaio. All'Olimpico, il posto di Nzola potrebbe essere preso da Strelec,. nel tridente offensivo completato da Antiste e Manaj.15:19:07

"Sono rimasto molto dispiaciuto per quello che è successo a Ferrero e gli sto molto vicino. Non l'ho sentito, ma sicuramente cercherò in qualche modo se possibile di andare a trovarlo, lui con me è stato meraviglioso". Lo ha detto l'allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic, parlando nella conferenza stampa della vigilia della partita con Torino della situazione del presidente della Samp, Massimo Ferrero, arrestato in settimana.

"È stato diverse volte da me in ospedale e io questo non lo dimentico. Non so se si potrà fare o no, ma sicuramente mi dispiace molto, poi vediamo quello che succede", ha aggiunto il tecnico che ha allenato la Sampdoria dal novembre 2013 fino al luglio del 2015 risultando di fatto il primo allenatore dei blucerchiati dell'era Ferrero.