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Una storia di Natale che scalda il cuore dei genoani in un momento di così tanta sofferenza e delusione per i risultati sul campo. Venerdì 17 dicembre il Genoa di Sheva perde 3 a 1 contro la Lazio all'Olimpico, risultato giusto per quello che si è visto durante la partita: al termine del match, la tifoseria rossoblù riesce a recapitare, attraverso uno steward, la maglietta di Davide Biraschi ad un bambino presente sugli spalti dell'Olimpico insieme al padre ed al fratello.

Un gesto che vale più di mille gol per il piccolo tifoso genoano, che esplode di gioia con la divisa di uno dei suoi idoli in mano nonostante il risultato a sfavore. Una bella storia

"E' stato un momento emozionante" afferma il padre del piccolo Matteo, Antonio, tifoso rossoblù insieme a sua moglie e ai suoi quattro figli, residenti a Civitavecchia. "Mia moglie è una genoana sfegatata, ha trasmesso la stessa passione a me e poi a tutti i nostri bambini. Nonostante la situazione e il fatto che altri sostenitori rossoblù non ce ne sono, loro sono innamorati pazzi"

"Volevamo andare nel settore ospiti dell'Olimpico insieme ai genoani ma non ci siamo riusciti. Mio figlio Matteo non ha smesso un attimo di esultare, nemmeno sul 3 a 1. E' così che si è meritato gli applausi della curva genoana presente a Roma, prima di ricevere questo dono anticipato di Natale: poi abbiamo scoperto che il regalo arrivava dall'attore genovese Ignazio Oliva."

Una storia raccontata dal genoanissimo Dario Bianchi sullo sfondo del Ferraris, che ha poi invitato il piccolo Matteo e suo padre a venire al Ferraris in Gardinata Nord per sostenere insieme il suo amato Grifone. Un invito a cui il padre Antonio risponde così: "Non sappiamo come e quando, ma presto verremo al Ferraris". Genova ed il Genoa sono pronti ad accoglierli a braccia aperte

 

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Sotto il proprio albero di Natale, il Genoa spera di trovare nuovi innesti nel mercato di gennaio ma soprattutto un nuovo attaccante che possa ridare vita ad un reparto che fino ad ora ha deluso davvero molto.

Eccezion fatta per Destro, che nel marasma generale è riuscito a trovare 7 gol, gli altri attaccanti non hanno dato lo stesso apporto visto che fra Pandev, Bianchi, Kallon, Ekuban e Caicedo sono venuti fuori solamente due gol. L'ecuadoriano ha sorpreso in particolare per le continue assenze per infortunio, ecco che l'ex Lazio potrebbe essere uno dei partenti: su di lui la fiorentina oltre che altri club esteri.

Per sostituirlo sono spuntati i nomi dei vari Ezequiel Ponce, 24enne argentino dello Spartak Mosca con un passato alla Roma, ma l'ultimo nome è quello di Theoson Jordan Siebatcheu, franco americano che quest'anno si sta rivelando uno dei migliori cannonieri del campionato svizzero, con 11 reti in 17 gare.

Intanto è già al lavoro per recuperare il prima possibile Niccolò Rovella, come dimostrato da una foto postata sul proprio profilo Instagram che lo vede alle prese con pesi e panche in palestra. Alla ripresa del campionato, sarà fondamentale riavere al più presto anche il giovane centrocampista della Nazionale under-21

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LA SPEZIA - È quasi paradossale ma, in fondo in fondo, ha la sua logica: Thiago Motta potrebbe essere esonerato nonostante la vittoria di Napoli. Sul futuro dell’allenatore italo brasiliano pesano ombre consistenti che il successo al Maradona, per quanto meritato e bellissimo, potrebbe non aver dissipato. Girarci intorno, arrivati a questo punto, non si può: la società ha sostanzialmente già deciso il ribaltone, ha individuato, nella rosa dei candidati, i due nomi preferiti, ora è solo necessario concludere le trattative.

Ed è soprattutto dall’esito delle negoziazioni con i possibili sostituti che pare dipendere il futuro a breve scadenza della panchina dello Spezia. Riccardo Pecini ha in testa soprattutto un nome, quello dell’ex allenatore della Sampdoria Marco Giampaolo: si tratta di una scelta che il direttore spezzino avrebbe già fatto la scorsa estate se non avesse ricevuto, dopo una lunga trattativa, un deciso no. Cosa sia cambiato in questi mesi nella testa di Giampaolo è difficile da dire, forse non ha ricevuto nessuna offerta interessante e teme di restare inattivo troppo a lungo, forse ha intravisto nella rosa degli aquilotti valori superiori a quelli espressi dalla classifica.

Il secondo nome sul taccuino di Pecini è poi quello di Rolando Maran: è la seconda scelta, forse non c’è assoluta convinzione sul suo profilo, il candidato restasse lui potrebbe esserci una possibilità ulteriore per Thiago Motta. Il quale ha scelto di trascorrere le feste a Lisbona con la sua famiglia e tornerà a follo il 29 dicembre, per la ripresa degli allenamenti. A quel punto saprà se potrà dirigere la squadra in vista della doppia sfida, fondamentale per la classifica, contro Verona e Genoa. O se, suo malgrado, dovrà svuotare l’armadietto e fare ritorno in Portogallo.

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Tutto rinviato al 27 dicembre, nessuna novità: la Sampdoria resta come prima, con Massimo Ferrero dimissionario (in attesa dell'accoglimento o del respingimento delle dimissioni) e il CdA immutato.

Lo fa sapere la stessa società con una nota: "L’assemblea degli azionisti di U.C. Sampdoria S.p.a. si è riunita oggi, in seconda convocazione, per deliberare sulle materie all’ordine del giorno. L’assemblea si è aperta con la partecipazione dell’azionista di maggioranza Sport Spettacolo Holding S.r.l., dei consiglieri ad oggi in prorogatio, signori Enrico Castanini, Paolo Fiorentino, Giuseppe Profiti, Gianluca Vidal, e dell’intero collegio sindacale, nelle persone dei signori Marcello Pollio (presidente), Antonio Cattaneo, Massimiliano Quercio (sindaci)".

"La votazione non si è avuta in quanto l’assemblea ha inteso aggiornarsi a lunedì 27 dicembre per alcuni aspetti tecnico-organizzativi oggetto di approfondimento". Ogni scenario resta pertanto aperto.

Massimo Ferrero ha lasciato il carcere di San Vittore a Milano e passerà Natale agli arresti domiciliari, nella sua casa di Roma. Non potrà avere contatti con l'esterno. Il tribunale del Riesame di Catanzaro ha parzialmente accolto la richiesta degli avvocati Giuseppina Tenga e Luca Ponti, difensori dell'ex presidente della Sampdoria, che avevano chiesto la revoca delle misure cautelari e in subordine i domiciliari. I giudici del Riesame si sono riservati 45 giorni per comunicare le loro motivazioni. "Grande soddisfazione per il lavoro svolto finora, che ha fatto si che Ferrero possa trascorrere le feste di Natale a casa, con la sua famiglia" è il commento dei legali.

Ferrero era stato arrestato dalla Guardia di Finanza in un albergo di Milano, la mattina dello scorso 6 dicembre, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Paola (Cosenza) su richiesta della locale Procura, in merito a un'inchiesta per bancarotta fraudolenta e altri reati societari, relativi al fallimento di alcune aziende del gruppo facente capo al Viperetta, società la cui sede legale era stata trasferita ad Acquappesa (Cosenza) poco prima delle dichiarazioni di fallimento. Sono 38 complessivamente i capi d’imputazione contestati a Ferrero, alla figlia Vanessa e al nipote Giorgio e ad altre persone (Aniello Del Gatto, Giovanni Fanelli, Roberto Coppolone, Paolo Carini, Cesare Fazioli e Laura Sini).

Gli accertamenti della Procura erano iniziati dopo il fallimento delle società disposto dal tribunale di Paola. Da questo momento in poi, la procura di Paola inizia ad esaminare gli atti, facendo ulteriori acquisizioni documentali e ritiene, secondo la ricostruzione del suo ufficio, che Ferrero avrebbe posto in essere condotte illecite di natura finanziaria per trarre ingiusti profitti.

Proprio in data odierna, alle 9,30 nello studio di Gianluca Vidal a Venezia in via Bruno Maderna, era prevista la prima convocazione dell'assemblea degli azionisti della Sampdoria, incaricata di procedere alla nomina del nuovo CdA, decaduto con le dimissioni di Ferrero. Al momento non è stata formalizzata alcuna decisione e quindi si dovrà ricorrere alla seconda convocazione, giovedì 24 dicembre stessa sede e stessa ora. Peraltro gli azionisti della società coincidono, salvo una quota infinitesimale di piccoli azionisti, con figure di assoluta fiducia dell'ex presidente, fiducia dovuta anche a legami familiari. Il Viperetta si era dimesso lo scorso 9 dicembre, come aveva annunciato lo stesso avvocato Ponti, al termine dell'interrogatorio di garanzia in videconferenza in cui l'indagato si era avvalso della facoltà di non rispondere: Ferrero, aveva fatto sapere Ponti, ha formalizzato le sue dimissioni da presidente della Sampdoria e d'ora in poi "intende fare sì che la Sampdoria e la sua vicenda penale proseguano su vie differenti. Per questo motivo a fare parte del cda del club non ci saranno più membri della famiglia Ferrero".

Nel corso dell'udienza, tenutasi ieri a Catanzaro, i pm della Procura di Paola (Cosenza) Maria Francesca Cerchiara e Rossana Esposito si erano opposti alla revoca del carcere ma i giudici hanno deciso diversamente. L'ex presidente della Sampdoria era a San Vittore dal 6 dicembre scorso con le accuse di bancarotta fraudolenta ed altri reati societari nell'ambito di una inchiesta della Procura di Paola nella quale sono coinvolti, tra gli altri, anche la figlia Vanessa, il nipote Giorgio e la ex moglie Laura Sini.

Al centro delle indagini condotte dalla Guardia di finanza di Cosenza, il fallimento di 4 società nei settori alberghiero, turistico e cinematografico, tutte con sede trasferita ad Acquappesa, un comune del cosentino, dichiarate fallite tra il 2017 e il 2020. Una costellazione di scatole cinesi, secondo l'accusa, in cui l'unico "dominus" era Ferrero, assoluto punto di riferimento. Il gip, nell'ordinanza di custodia cautelare, aveva parlato di "un ruolo apicale che emerge in maniera evidente dalle varie emergenze investigative fin qui esaminate" e che "non viene rivendicato dallo stesso Ferrero, ma gli viene riconosciuto dai vari interlocutori e correi". Un'inchiesta che ha portato alla luce anche i rapporti tesi tra Ferrero e la figlia Vanessa che, intercettata dagli investigatori, si lascia andare a considerazioni sul padre quale "mio padre non ci sta con la testa, sta fuori". A spingere il giudice ad accogliere la richiesta di arresto avanzata dalla Procura era stato il pericolo "concreto e gravissimo di commissione di delitti analoghi a quelli per cui si procede". "Appare elevato - aveva aggiunto il gip - il pericolo che, ove liberi di circolare sul territorio, gli indagati possano operare illecitamente in maniera sia diretta che mediata, anche attraverso contatti e comunicazioni reciproche e/o con terzi". Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha valutato diversamente le esigenze cautelari, attenuandole. Ferrero potrà così definire dal suo appartamento romano la strategia difensiva con i suoi legali.