Sanità

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Tre nuovi ospedali a Taggia (Imperia), nel ponente genovese con l'Irccs degli Erzelli e alla Spezia, investimenti per oltre 52 milioni di euro in tecnologie e apparecchiature, circa 35 milioni di euro per la digitalizzazione e informatizzazione dei Dea di I e II livello, la creazione di una solida rete territoriale con 33 Case di Comunità, 11 Ospedali di Comunità e 16 Centrali Operative Territoriali. Questi i punti salienti della riforma del sistema sanitario regionale che il Governatore Giovanni Toti ha presentato oggi agli operatori del settore all'Ospedale San Martino a Genova. Una riforma in parte già avviata e che verrà completata grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dell'ex articolo 20 della legge finanziaria 67/88 (edilizia sanitaria e nuove tecnologie) oltre che con fondi Inail.

"Usciamo da un periodo complesso - ha detto - dopo due anni di pandemia con tutto quello che il sistema ha sofferto in termini umani, di impegno lavorativo e di stress emotivo. Oggi si apre un'altra fase, complessa e faticosa, di cui tutti dobbiamo essere consapevoli, sapendo che la Liguria ha eccellenze straordinarie che troppo poco spesso vengono sottolineate. Siamo qui oggi perché tutti possiamo avere un'idea di quello che costruiremo da qui al 2025, la data convenzionale in cui finirà il dispiegamento delle risorse del Pnrr. Si tratta di giganteschi investimenti con il potenziamento delle risposte territoriali, il piano di digitalizzazione degli ospedali, gli interventi di edilizia sanitaria finanziati con le risorse ex articolo20".

Progetti che si aggiungono a quello "bandiera" degli Erzelli, e a quello del "Gaslini Liguria". Un vero e proprio cambio di paradigma nell'assistenza con le Case di Comunità, in cui opereranno i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, e dove i cittadini troveranno un unico punto di accesso e tutte le prestazioni ambulatoriali; gli Ospedali di Comunità, strutture intermedie dedicate alla medio-bassa complessità assistenziale, ai ricoveri brevi, garantendo le cure intermedie e tutta l'assistenza post acuti, anche per consentire un rapido turn over negli ospedali, con una sempre maggiore appropriatezza degli accessi nei pronto soccorso. Il coordinamento della presa in carico della persona avverrà, infine, grazie alle Centrali Operative Territoriali, strutture di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi livelli assistenziali.