Sanità

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ITALIA - La mascherina sul posto di lavoro dovrebbe restare obbligatoria almeno fino a giugno. Il mondo del privato sceglie la linea della cautela e si appresta a prolungare il protocollo di sicurezza per il contrasto al Covid, mantenendo una linea più rigida rispetto a quanto previsto del nuovo decreto che, se da una parte ha eliminato le mascherine in bar e ristoranti, ne ha confermato l'obbligatorietà in quasi tutti gli altri posti al chiuso, lasciando infine alle singole aziende la scelta di allentare o confermare l'obbligo. Di fatto una retromarcia rispetto a quanto deciso precedentemente. Ora si attende un atto ufficiale dal Governo che formalizzi la decisione. Dal Primo maggio infatti l'obbligo di mascherine anche sui luoghi di lavoro è decaduto.

A convincere il privato a mantenere la linea del rigore sono stati anche i numeri della pandemia che continuano sì a calare ma molto lentamente. Nelle ultime 24 ore in Italia infatti, sono stati registrati a livello nazionale 47.039 nuovi casi e 152 vittime, con un tasso di positività al 14%. Tornano a salire le terapie intensive (+5), mentre calano i ricoverati nei reparti ordinari (-81). Il mantenimento del protocollo di sicurezza - datato aprile 2021 - è stato confermato nella riunione di tra le parti sociali e il ministero del Lavoro.

Una nuova riunione sarà programmata entro il prossimo 30 giugno "per verificare l'opportunità di apportare i necessari aggiornamenti al testo del Protocollo connessi all'evoluzione" della situazione epidemiologica. "Tutti i presenti - sottolinea il ministero in una nota - hanno rilevato che, nonostante la cessazione dello stato d'emergenza, persistano esigenze di contrasto del diffondersi della pandemia da Covid-19".

Parole che trovano conferma con le dichiarazioni di Cgil, Cisl e Uil. "Riteniamo fondamentale che il Protocollo e i comitati continuino a svolgere il loro ruolo essenziale a fronte di una pandemia che non è purtroppo ancora finita", le parole della segretaria della Cgil, Francesca Re David. "Entro giugno aggiorneremo il protocollo - le fa eco la segretaria della Uil, Ivana Veronese -, ma di certo, per quanto riguarda la Uil, finché ci sarà rischio contagio, ci saranno sia il protocollo nazionale sia quelli che sono stati sottoscritti nei settori/filiere". "Importante - conclude il segretario della Cisl, Angelo Colombini - l'impegno preso durante l'incontro di rivedere il testo nazionale entro giugno, potendo così avere una visione ancor più aggiornata e reale sulla base dei dati del contagio che si registreranno".