Sanità

La testimonianza raccolta in Sala della Trasparenza. Nel 2021, in Liguria, sono stati attivati 1.182 percorsi di presa in carico per i pazienti con disturbi dell’alimentazione
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GENOVA - "Da circa un anno sono in una continua lotta con la mia mente, ogni giorno, ad ogni ora ed è stata questa la mia difficoltà più grande da affrontare. Soffro di anoressia nervosa e a ogni pasto ho dovuto combattere con la voce nella mia testa che mi chiedeva comportamenti distruttivi per la mia salute", con grande coraggio e consapevolezza Elena Petroni indossa il fiocchetto lilla in questo 15 marzo, giornata nazionale dei disturbi alimentari, in Sala della Trasparenza per sensibilizzare coetanei, genitori e non solo su cosa significhi essere affetti da quella che è una malattia a tutti gli effetti. A 21 anni non è facile raccontare con così tanta maturità la propria patologia che colpisce sempre più, specialmente tra i giovanissimi. Una patologia che non è facile da sconfiggere e che resta sempre in agguato, con cui bisogna fare i conti nei momenti di difficoltà, ma per cui fortunatamente esistono diversi centri e figure professionali pronte ad abbracciare chi ne ha bisogno. 

"Non devi mangiare, devi fare attività fisica, non devi fare cose che ti piacciono o che ti fanno stare bene come uscire con gli amici"

Inizia tutto dentro di sé, quando i problemi prendono il sopravvento e il cibo diventa un nemico. "Non è colpa del cibo se ci ammaliamo, è una vera propria lotta con se stessi e per la propria salute mentale". Ma l'unico modo per farcela è uscire dalla gabbia che ci si crea attorno e dalla solitudine, chiedendo aiuto. Il primo passo non è mai facile, significa ammettere un errore, accettare una debolezza, negare quella voce nella testa. Ma a chiedere aiuto sono stati tanti: nel 2021 in Liguria sono stati attivati 1.182 i percorsi di presa in carico per i pazienti con disturbi dell’alimentazione nei vari setting assistenziali (trattamento ambulatoriale, day hospital e ricovero ospedaliero), di cui: 127 nell'imperiese di Asl 1, 314 nella Asl 2 savonese, 394 in Asl 3, tra Genova e dintorni, 65 nel Tigullio di Asl 4, 160 in Asl 5 nello spezzino. Si aggiungono poi i 27 percorsi all’UO Dietetica e Nutrizione clinica dell’Ospedale Policlinico San Martino e i 95 all’Istituto G. Gaslini.

Disturbi alimentari, +40 per cento di accessi tra i giovanissimi. Fiocchetto lilla per sensibilizzare

"Mi sono accorta subito di iniziare ad avere un'ossessione nei confronti del cibo, lo scorso febbraio del 2021, anche grazie ad una psicologa con cui avevo già iniziato un percorso", prosegue il suo racconto Elena. "Ho deciso di chiedere aiuto ad un centro di disturbi alimentari poiché la situazione continuava a scivolarmi di mano. Stavo male nonostante la mia situazione fisica non fosse così grave, ero in uno stato di sottopeso, ma il corpo è soltanto una conseguenza del dolore che si prova". Da qui arriva forte e chiaro il suo appello ai più giovani.

"Ognuno si merita di stare bene al 100%, se avete un cattivo rapporto con voi stessi, col cibo, col vostro corpo o con la vita, rivolgetevi a professionisti, perché si può sempre stare meglio anche se non si soffre di disturbi alimentari"

"Devo ringraziare tutte le persone che hanno partecipato a questa giornata di sensibilizzazione su un tema, quello dei disturbi alimentari", ha spiegato il presidente di Regione Liguria e assessore alla sanità Giovanni Toti. "Talvolta sottovalutato dal sistema sanitario nazionale di questo Paese che, pur offrendo una delle coperture generaliste più importanti del mondo, in alcuni casi come questo, è stato in colpevole ritardo nel riconoscerne la gravità. Ed è grazie allo sforzo e all’altruismo di tante persone che hanno sofferto e vissuto questi disturbi in prima persona e alle loro famiglie che oggi si sono fatti alcuni ma ancora non sufficienti passi avanti. E oggi stiamo prevedendo indirizzi e percorsi rendendoli omogenei su tutto il territorio, regionale ma anche nazionale, per quanto riguarda l’approccio e la presa in carico dei pazienti sia dal punto di vista umano ma anche clinico. Stiamo facendo anche una interlocuzione con il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità per prevedere un fondo che ci consentirebbe ulteriormente di fare un passo avanti sulla gestione di queste patologie. Credo che di tutto questo bisogna occuparsi non solo nelle giornate dedicate ma considerare i disturbi alimentari al pari di altre patologie sia già una battaglia vinta da tutte le persone e le associazioni che si sono battute in questo senso. Perciò io posso solo che confermare l’impegno di Regione Liguria affinché si vada avanti e si migliori attraverso progetti e proposte e ringrazio chi si è speso in prima persona per far acquisire a tutti noi una consapevolezza che talvolta, per il passato, è mancata”.

"Si tratta di un tema sanitario, di un tema sociale, ma anche di politiche giovanili e di scuola",  dichiara l'assessore alle politiche sociali e alla scuola Ilaria Cavo. "E in questo senso è opportuno soffermarsi sul piano regionale di prevenzione 2020-2025 di Alisa che prevede, con l'aiuto delle varie professionalità delle Asl e della rete sul territorio, un modulo scolastico, che le scuole secondarie di primo e secondo grado della Liguria possono adottare nella loro libertà, dedicato alla prevenzione dei disturbi alimentari. E' un'esperienza importante che avviene nelle classi con moduli di circa dieci ore, un progetto che sta funzionando e che va incentivato. Si vanno a formare gli insegnanti e a parlare con studenti e studentesse con lo scopo di indagare modelli, stereotipi, atteggiamenti e credenze intorno al cibo, all’immagine corporea, ai modelli di bellezza. Si parla ai genitori con incontri all'inizio e alla fine del progetto e poi c'è un momento di condivisione finale nel mese di maggio con la possibilità data agli studenti stessi di diventare a loro volta formatori. E' dunque che gli esperti parlino a docenti, genitori e ragazzi su una tematica che riguarda tutti".

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