GENOVA - "Sono al momento dodici i detenuti del carcere genovese di Marassi malati di morbillo ma temiamo che sia solo la punta dell'iceberg". Questa la denuncia di Fabio Pagani segretario regionale Uil-Pa penitenziari Liguria.
"Sempre a Marassi ci riferiscono la presenza di un detenuto isolato per covid e un altro per scabbia - spiega - non ci sono più posti per isolare i detenuti, sono infatti occupati tutti gli spazi disponibili con enormi difficoltà e il rischio di proteste".

"Siamo molto preoccupati per quanto sta avvenendo nel carcere di Marassi dove abbiamo chiesto urgentissime misure di prevenzione e profilassi e la dotazione di idonei e sufficienti dispositivi di protezione individuale per i poliziotti penitenziari - racconta Pagani - che poi spiega come il provveditore ha bloccato qualsiasi spostamento di detenuti sia in ingresso che in uscita da Marassi".
"Da almeno dieci anni si parla, di costruire un carcere a Savona, che darebbe grosso supporto alle carceri liguri in sofferenza - sottolinea - ma questa decisione viene sistematicamente rimandata. In compenso l’Italia è già all’opera per realizzarne uno entro un mese in Albania. Non c’è giustificazione che tenga, se non il menefreghismo dei governi, al di là delle dichiarazioni di facciata, a riguardo delle condizioni di detenuti e operatori" conclude il segretario ligure della Uilpa polizia penitenziaria.
Nella casa circondariale genovese di Marassi, secondo i dati Uilpa, sono presenti 700 detenuti su una capienza di 450.
"La popolazione carceraria è purtroppo a rischio di malattie infettive altamente contagiose come il morbillo - commenta a Primocanale Matteo Bassetti direttore del dipartimento interaziendale regionale delle malattie infettive - oltretutto sono molto i detenuti di paesi che hanno coperture vaccinali molto basse (est-Europa, nord-Africa) tra i cui il morbillo va a nozze. Occorre mettere in atto un programma di screening e vaccinazione urgente anche per le carceri sia per il morbillo che per altre malattie infettive prevedibili".
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