Questa notizia, continua la psicologa, "Ci mette di fronte a limiti a volte apparentemente inaffrontabili e insormontabili: sono sempre eventi che concludono un percorso di violenza strutturato. Dobbiamo ancora lavorare tutti, tutti gli elementi della rete, per cercare di andare a coprire quei vuoti che evidentemente ancora sono così ampi e permettono e consentono di arrivare a un evento così tragico. Gli spazi vuoti sono ancora troppo ampi perché questi eventi possono ancora verificarsi".
Il pensiero va, irrimediabilmente, ai due figli della coppia dopo questa tragedia, rimasti orfani. Spiega la dottoressa Cristiani: "Il grosso del nostro lavoro è basato su ascolto, accoglienza e prevenzione. Cerchiamo di arrivare prima e in tempo ancora per affrontare le situazioni con un margine ampio di possibilità. Il pensiero va ai soggetti più fragili e su chi resta, che deve affrontare una esperienza traumatica importante, sull'abbandono. Questi ragazzi sono definiti orfani speciali ma in questo caso sono anche orfani assoluti, perché anche il padre in questo caso si è suicidato. Occorre lavorare per colmare le esigenze pratiche e psicologiche".
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